Benedetto dall’esistenza, e dal suo peso, l’oceano pur immenso resta calmo, tra le infinite madri della terra, facendo boschi nuovi di ogni onda, spingendo sulle palpebre le mani nel luogo più profondo, il più elevato, per sbucare nei polmoni di un fratello con l’odore delle lettere del pane. Dove l’acqua va nel bianco e si ritira attaccheremo noi al seno la sua voce, la coveremo come un fuoco, a cielo aperto, muovendo l’aria, e fosse solo un goccio, la saliva, è quello che ci serve, per la limpia tra il sambuco e il falso pepe, a risalire i pozzi insieme al canto del più piccolo respiro della polvere - perché tutto è una ferita, e un buco è tutto per la luce.
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