Tu sei un luogo, ora, padre, hai un orlo Il grappolo d’oro è di nuovo un vigneto nella sua terra scura il tratto cieco intorno al bianco la memoria della luce. Anche oggi nevica e il lieve ricamo che trema sulle betulle sono il tuo gesto, io credo, il dono del ridere dei nostri angeli con le ali ripiegate verso terra, i passi di chi è arrivato a casa, e alberi, tanti alberi sono tutta la donna che canta con un filo all'orizzonte c'è mio padre.
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Gil
- 19/03/2018 22:08:00
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Anche nel ricordo doloroso di una separazione, Amina non smarrisce la "visione" della sua verità: nel visibile del segno, il tremolio delle betulle, ci coglie l’invisibile: "i passi di chi è arrivato a casa". Ecco perché può chiamare " luogo" il padre, poiché egli, affrancato dalle limitazioni terrene dell’esistenza, è un tutt’uno con il cielo, conservando nella memoria di rimane, quella nitidia personalità
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Franca Colozzo
- 19/03/2018 20:11:00
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Errata corrige: con ricamo.
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Franca Colozzo
- 19/03/2018 20:10:00
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Cara Anima, è così bella questa tua lirica per tuo padre! Diventato luogo o sepolcro nella memoria di chi lo ha amato e che lo fa risuscitare nel cantare la scura terra avita, il vigneto e l’orlo di luce che promana dalle betulle conricamo di nuova neve. Per tua fortuna, hai degli angeli che ti accompagnano nella gioia serena dei tuoi giorni intessuti di poesia. Tuo padre resterà sempre vivo e presente su quella terra, aspra e dura, da cui ha tratto frutti buoni per sé e la famiglia. Sei nata nella certezza dei doni, forse proprio perché affondi nella terra solide radici. Un abbraccio sentito. Franca
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