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al testo di Amina Narimi
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- Viene piena di profumo una famiglia se ci abbassiamo adagio con la sera le palpebre che entrano nei sogni, bisbigliando siamo salvi, al posto giusto, mondi ancora insieme. Siamo casa, tra il respiro più pulito che conosco, che nell’ordine fa crescere le rose, nel riandare col sorriso verso il centro, dal grembo luminoso che hai dischiuso alle nostre ginocchia coronate- È così che mi portavi dentro maggio, come un’alba che si leva tra i colori delle bacche di ginepro e di lillà. Nina- mi dicevi, col tuo corpo- quando vai a fare i fiori sulla rupe apri tutto il grembo, lentamente, all’amorosa ondata sul tuo seno- in montagna c’è più tempo per le rose mentre al mare il tempo è un passalento. Quell’isola di luce impercettibile che senti e non sai dire, che risuona chiara nelle viscere , indivisa- fino a perdere la sacra intimità col luogo solitario che più ami- è il vuoto che si riempie al mattutino di un profumo ancora inconfessabile, un alveo di parole per la sera col sapere delicato di farfalla che si unisce a nozze con i fiori. Solo allora è visibile il cammino che dà ordine al paesaggio nelle stanze, lo spazio dove un’anima pronuncia: Passa, tu sei pura- e il tuo respiro sarà un lago di calma mentre scrivi delle braccia dorate sulla terra, di come godevano al calore vibrando nel profondo della luce, prenderai ancora il volto che avevamo e il doppio cuore custodito nella pancia. |
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