Ho visto un'intervista ad uno degli imprenditori che si oppone al Decreto Dignità. Alla domanda dell'intervistatore su quante persone assunte a tempo determinato egli stabilizzasse a tempo indeterminato l'imprenditore ha risposto che per formare un ragazzo ci vogliono anni e 100000 euro d'investimento facendo intendere che quindi alla fine del percorso gli convenisse assumerlo a tempo indeterminato. Una risposta molto elusiva! Quello che questi imprenditori dovrebbero farci sapere è la PERCENTUALE di coloro che diventano a tempo indeterminato rispetto a TUTTI quelli assunti a tempo determinato. Invito gli intervistatori a insistere su questo punto e a rendere pubblici questi numeri.
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Angelo Ricotta
- 11/09/2018 16:24:00
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x Elisa Fermo restando che per me un lavoro deve essere a tempo indeterminato perché solo così una persona può programmarsi una dignitosa esistenza, sono cosciente dei timori e dei problemi dei datori di lavoro che considero a loro volta dei lavoratori. Perciò sarei d’accordo che in deroga ai contratti di tipo nazionale, che devono indicare il quadro generale, si inserissero nei contratti di lavoro individuali condizioni particolari che tutelino sia il dipendente che il datore di lavoro. Se si è onesti questi accordi si possono fare.
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Elisa Falciori
- 11/09/2018 14:55:00
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Credo che lo spauracchio degli imprenditori ad assumere a tempo indeterminato, sia trovarsi ad avere a che fare con un assenteista che di solito si maschera bene quando non ha un posto sicuro. A mio parere il tempo indeterminato dovrebbe essere legato a una responsabilità diretta dell’azienda, in veste di obiettivi aziendali e premi relativi oppure quote azionarie che elargendo utili, incentivano e annullano le assenze. Buona giornata Angelo.
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