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al testo di Angelo Naclerio
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SUL TUO LATO Fra le auto come se tu fossi di là attraverso la strada. Contro la catena potrei sbattere incocciare nel palo rimbalzare sul cassonetto inciampare nel tombino urtare lo scalino scontrare lo stop sbandare potrei cozzare nel vuoto che è riflesso bianco di porta a vetri arrossire col semaforo perdere gli occhiali cercare la suoneria, in quale tasca poi, dimenticare il gradino saltare la fermata schivare il fiorista ambulante di fazzoletti e accendini, soffocare pur di non respirare i nerofumi che il Comune chiama “Bollino Blu”. Potrei passeggiare correre o saltellare davanti al vigile senza patente e libretto condurre i miei pensieri da solo parlare piangere e ridere. Alle parole al riso al pianto cercar compagnia potrei non vedere l’amico come il nemico tre gabbiani sul lampione andando a investire l’unico albero in mille miglia cento piccioni un topaccio la pancia già sazia di qualche gatto i lasciti dei cani, scusate, dei padroni umani. Potrei impattare contro la colonnina dei taxi, credendo li arrivi il metrò, scuotere il parcometro per avere gomme da masticare far viaggi da sogno sulle scale mobili scorgere pecore vere sull’erba finta a De Ferrari, inchinarmi felice a Garibaldi credendo sia re Carlo. Potrei confondere il cassiere lo scaffale alimentare il politico l’artista l’elettricista il lattoniere il barista il gioielliere la rotonda con la giostra le strisce blu col mare il traffico con la musica le pubblicità con le verità l’alternativo col positivo amicizia e amore presenza e assenza veglia e sonno sul tuo lato camminando della strada.
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