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al testo di Anna Giordano
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Un giorno, un piccolo Lembo di Cielo guardando la terra, ancora quando il creato non era stato del tutto completato: si accorse che fra tutti i colori che la componevano, mancava proprio quello del cielo, “l’azzurro”. Allora, convocò in riunione tutto il resto del cielo, e disse: “dobbiamo fare qualcosa perché la terra abbia anche l’azzurro come colore, è il pianeta più bello, e sarebbe un peccato non esservi rappresentato con il nostro colore, anzi proporrei di farne il suo stemma”. Il resto del cielo stava attentamente ad ascoltare il Piccolo Lembo…, che con grande ardire difendeva le sue idee. E dopo un consiglio generale, il cielo tutto, definì l’idea valida e prese al volo la proposta del Piccolo per rappresentare il loro colore anche sulla terra. Decisero così, d’inviare su terrà il promotore dell’idea, proprio il Piccolo Lembo di Cielo, e così fecero: staccarono dal cielo il Piccolo pezzo d’azzurro e lo catapultarono in un baleno sul pianeta Terra. Egli non ebbe neppure il tempo di dare il suo consenso, che si trovò nel luogo da lui tanto decantato. Era stato lui ad avere avuto l’idea, e adesso doveva metterla in atto, cosa non facile, visto che non aveva i mezzi per farlo, e non sapeva neppure come ritornare in cielo, non avendo le ali. Preso dalle sue mille domande, su come fare per dare il suo colore alla terra, e non trovando risposta, fu assalito dallo sgomento, tanto, che iniziò a piangere… Pianse per giorni e giorni, la sua disperazione fu tale: che si formarono fiumi di lacrime, che piano, piano, riempirono: valli deserte, fino a raggiungere altre valli e poi… ancora… ancora e ancora, dando così vita ad una immensa distesa d’acqua: salata come le sue lacrime, ed azzurra come il suo colore; senza saperlo, aveva generato il mare. Il sole, che da lassù lo guardava, volle premiare il Piccolo Lembo che nel vederlo così disperato di non poter tornare in cielo, ne ebbe compassione, e coi suoi raggi, riscaldò le lacrime del mare, facendole evaporare e trasformandole in migliaia di perline d’acqua invisibili, che, sospese nell’aria le illuminò dei suoi raggi. Come per incanto apparve un immenso ponte multicolore, aveva la forma di un grandissimo arco, tanto grande da unire la terra al cielo, era nato l’arcobaleno, sul quale il sole invitò a salire il Piccolo Lembo di Cielo che, asciugandosi gli occhi, e ringraziando il sole, sorrise. Man mano che si arrampicava per raggiungere il cielo, guardava l’opera da lui compiuta, e l’immensa bellezza che aveva generato. Si sentì fiero, anche della sua debolezza, l’avere pianto era servito, non ad avere vergogna di lui stesso, ma ad avere dato vita al mare, con le sue lacrime ed il suo colore , tanto che, grazie a lui, la Terra fu definita anche pianeta blu. Il Piccolo Lembo... giunto a casa , fu acclamato dal resto del cielo. In merito al suo pianto, alla sua missione compiuta, vennero appese sul suo lembo d’azzurro due stelle, di nome: “Castore e Polluce, (che troviamo nella costellazione appunto detta dei gemelli). Così, da quel giorno, il mare riflette il cielo ed il cielo si specchia nel mare, sorridenti all'orizzonte si tengono per mano,proprio come due fratelli gemelli. |
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