Mi attardo nelle braccia della sera, l'incanto del mistero suo mi rapisce.
Amo vegliar la luna e le sue stelle, come si può vegliare un bimbo in culla.
Là fuori v'è la notte che sorveglia e se una stella dorme ancora, accende al capezzale suo la luna perché col suo chiarore si risvegli.
Alacremente, la notte lavora per non permettere all'aurora di raggiungerla ancor prima d’avere ricamato tutto il cielo, per regalarmi la sua coperta blu, trapunta d'oro, in cui potermi avvolgere e sognare.
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Anna Giordano
- 17/03/2018 00:38:00
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Ti ringrazio per il tempo che dedichi ai miei versi che, con sensibilità, hai commentato e in essi immedesimato per sottolinearne con efficacia le peculiarità che hai messo in evidenza con la tua personale analisi. Grazie Arcangelo per il tuo gentile impegno, ti auguro una serena notte.
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Arcangelo Galante
- 14/03/2018 19:53:00
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Versi di grande introspezione e di liberazione dellanima, che trova beneficio e gaiezza, nel calarsi in una fase dello scorrere del tempo, divenuto un magico luogo, da ascoltare con il cuore, da gustare con la mente e da assaporare con i sensi, al fine di toccare gli ambiti sogni, espressi in quel peculiare attimo della notte. Molto sognante e romantica. Un affettuoso abbraccio, gentile amica di penna. :-)
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Anna Giordano
- 03/11/2017 22:26:00
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Grazie Giuseppe per questi appunti, ne terrò presente è sempre arricchente e bello avere il punto di vista altrui.Grazie di cuore.
Buona notte!
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Giuseppe Terracciano
- 29/10/2017 09:07:00
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Complimenti per questa dolce e bella poesia! Se posso permettermi alcuni punti, (che a me piacerebbero di più): "come si può vegliare un bimbo in una culla." "... perché col suo chiarore la risvegli" e infine "...per regalarmi la sua coperta blu, trapuntata doro." Buona giornata e Buona scrittura!
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