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Lembi di germinazione - Musiche con aculei

LEMBI DI GERMINAZIONE

Evocazioni pianistiche e  musiche con aculei di Anna Laura Longo

                                                            

Perlustrando nei margini dell’interruzione  sonora

Esistono nella storia della musica diverse composizioni  pianistiche che vertono sul concetto di interruzione e arresto improvviso del discorso musicale. Il finale, in questi casi , va a sospendere in maniera  spesso repentina-  e talora inattesa - il libero  fluire   dei suoni.   Altre volte, invece,  quello che viene ad essere quasi raggelato è lo sviluppo di uno specifico inciso o di una frase, attraverso la  determinazione di una sorta di blocco  istantaneo e al contempo definitivo.

Si potrebbe citare a titolo di  esempio  La serenade interrompue di Claude Debussy tratta dai Préludes ( vol. I) o ancora  di  Sophia Gubaidulina la Toccata troncata per pianoforte.

Dal punto di vista strutturale-compositivo,  lungi dall’ essere sbrigativa, la chiusa di  tali brani ( o come già detto l’ interruzione volutamente  obsoleta di una frase o di un  periodo musicale)   intende  evidentemente porre l’ ascoltatore in contatto con un’ idea  lapidaria  di  contrazione musicale, inducendo o perlomeno agevolando un’  emozione di   sorpresa  o lieve sobbalzo. Anche nelle arti , così come nella letteratura,  potrebbero esser citati alcuni casi analoghi.

Traendo ispirazione da tali brani e soprattutto compiendo approfondimenti ulteriori sul significato  psicologico, allusivo, disgregativo  - e  talora trepidante  - dell’ interruzione  è stato da me avviato   il ciclo di brani che porta il titolo  LEMBI DI GERMINAZIONE  /Musiche con aculei.

 

 

Trattasi  di un’ originale indagine  sonora,  sorta  con lo scopo precipuo di  affiancare l’ installazione  artistica Nelle zone di un invalicabile grano, nella quale viene potentemente alla ribalta   il  valore intrinseco  dei passi ( passi  umani, adombrati  o al contrario fortemente emersi nei terreni intepidi  dell’ esistenza ) .  Concretamente  l’ installazione consta di una moltitudine di calzature infradito ottenute da cospicui quantitativi di  pane combusto.

È proprio in relazione al suddetto impianto artistico-visuale che   sono state  da me create delle   vere e proprie “evocazioni pianistiche”. Esse nascono  per poter  essere proposte non in forma   concertistica,  ma  volutamente in forma preregistrata , per animare e dare avvolgenza  allo scorrere e/ o stabilizzarsi del   “ tempo puramente visivo “ proprio dell’ installazione artistica in sé,   conferendo ad essa  un appoggio sostanziale,  plasmando anzi,  in forma giustappositiva, un flusso di disarticolati accadimenti ritmici  e  a-melodici, tali da incrementare i risultati della permanenza  e dello stare (  dello star dinanzi  nella fattispecie).

Trattandosi in definitiva  di brani connaturati e combacianti con l’aspetto installativo,  l’ impronta esecutiva che ne deriva  (obliquamente  pianistica nella fattispecie ) , intende   sin dall’ inizio amalgamarsi concretamente con l’ impronta pratico realizzativa e con il farsi dell’ opera  stessa (   comprendente la bruciatura del pane, la  stesura e il fissaggio delle colle viniliche etc).  Entrambe  le operazioni – quella plastico figurativa e quella musicale quindi - sono da intendersi come  procedenti di pari passo, sulla base di un  incedere puramente e marcatamente  biunivoco -costruttivo.  

“Fatti coesistenti” dunque, che puntano infine  a   protendersi  in  forma congiunta verso un possibile e ardimentoso ascoltatore- vedente.  Poiché le Vite a cui ci si riferisce nell’ installazione sono propriamente  vite  troncate  e interrotte (soprattutto  da cause esterne, come guerre, conflitti, femminicidi ), quelle che il fruitore si ritroverà ad ascoltare  nel corso dell’ esposizione potranno esser considerate  fondamentalmente delle musiche-  traiettorie, che divengono altresì metafore di traiettorie di vita.

La durata specifica  di ciascun  brano  si fa emblema infatti   della durata di un’ esistenza ( esistenza, come già detto, prematuramente interrotta , quindi marcata dal segno della brevità ). I minutaggi decrescenti attestano proprio ciò, mentre – musicalmente parlando -  tutto il discorso architettonico e costruttivo è   improntato nel complesso  a  segmentazione e restrizione o differimento  dello sviluppo prevedibile del materiale a disposizione.

 

Atipicità e trattamento  misto-cangiante del pianoforte

 

L’ idea principale è stata quella di spingersi tra le radici nascoste, negli  anfratti e  nelle cavità degli  “organi interni”  dello strumento, ponendo in special modo in  rilievo la zona  sottostante i tasti, dove  sono ubicate le cosiddette punte del bilanciere ( il sottotitolo “musiche per aculei “ fa per l’ appunto riferimento a questi piccoli   elementi metallici).

Esistono,  tra l’ altro,  nella parte interna  del pianoforte  ulteriori particelle metalliche, sia acuminate sia arrotondate, come  ad esempio   i pironi – o piroli,  che dir si voglia -  i quali risultano essere però a tutti gli effetti  in contatto con le corde, delle quali sostengono la tensione.  

In questo caso invece  l’ idea voleva essere  quella  di lasciare al di fuori la  meccanica  e le componenti  abitualmente indagate, per arrivare a scorgere nei margini e nello spazio  recondito-periferico  dello strumento delle possibili  zone coltivabili musicalmente.

 

Già nei precedenti lavori per pianoforte abissale, risalenti al 2017, venivano  da me messe in moto alcune azioni e perlustrazioni  manuali similari, ma in quel caso l’ azione avveniva servendosi  dei tasti, anzi  impugnando fattivamente  i tasti, visti come protesi, secondo una prassi in qualche modo “chirurgica” ( di qui la dicitura OPERAZIONI pianistiche ).

In questo lavoro specifico le punte del bilanciere sono state  assimilate  a  germogli veri e propri ed il pianoforte sommariamente visto come un inedito germogliatore o – potremmo anche dire – come un’ atipica piantagione pronta a  restituire segnali proliferanti e liberi  di  realistica  presenza.  Lo  sfruttamento delle punte del bilanciere è avvenuto sia manualmente ( a mani completamente libere  ) sia servendosi di lenti di ingrandimento dimezzate. Accanto ai predominanti suoni  con aculei  sono stati  inseriti inoltre  sparuti suoni  ottenuti attraverso una spinta diretta dei martelli del pianoforte verso alcune delle corde selezionate e infine sono stati  inclusi  suoni  brevi e incisivi, di tipo  legnoso.  Una volta avviata  una sistematizzazione fattiva della gamma di suoni ottenibile e/ o replicabile sullo strumento,  l’ importanza affidata all’uso della mano ha subìto lungo il percorso una metamorfosi vera e propria. Lo spunto è stato quello di operare mediante una mano prensile o in alcuni casi  nettamente agguerrita, ma con un atteggiamento fondamentalmente  riconducibile  a quello della mano  intenta ad effettuare procedure ed operazioni   tipiche della   botanica o dell’ agricoltura ( rimarcando, come già detto, la metafora della piantagione ) .

Continua dunque ad essere manifestamente presente la volontà di valorizzare avventurosamente l’ effetto dello  smontaggio parziale delle parti strutturali  dello strumento,  per conseguire-forgiare risultati indagativi inediti,  facendo leva su idee  e pensieri non privi di conseguenze  per l’ appunto germogliative.

 

                                                                                                                                     Anna Laura Longo

                                                                                                                                        ( marzo 2018 )

 

Tale scritto rientra in un corpus  intitolato " Missive al pubblico", miranti a  delucidare  ed esplicitare le intenzioni sottese ad alcuni progetti congiunti ( artistici-visivi e musicali  al contempo ), di stampo nettamente sperimentale, relativi all' ultimo biennio.

 

N.B. : Un estratto del progetto musicale LEMBI DI GERMINAZIONE qui descritto, sarà ascoltabile nel pomeriggio di domenica 13 maggio 2018  ( musica ed interpretazione  sono di Anna Laura Longo ) in concomitanza con l' installazione  di arte-visiva intitolata " Nelle zone di un invalicabile grano ", proposta presso la Casa Internazionale delle Donne in Roma ( sala mostre - piano terra ) 

 

Indirizzo : Via San Francesco di Sales n. 1a 

orario : dalle h 16,00 alle h 21,00

 

sito di riferimento per approfondimenti : 

www.annalauralongo.com

 

 

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