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Il legame connettivale tra luce e tempo in Olafur Eliasson

È prevalente nelle opere di Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967) un’avvincente premura per lo spazio, alimentata da un interesse per la “vita” della luce, che va di pari passo con un pensiero ecologico certamente sofisticato, morbido e attento, soprattutto in movimento. Quella che prende corpo è una consacrazione sfuggente della luce stessa, che si spinge verso una consistenza libera e a tratti evanescente.

Le strutture complesse che l’artista espone a tutt’oggi nel Castello di Rivoli sono degli ingranaggi di poetica potenza, suffragati da una maestosità vistosamente contemporanea, pur essendo scaldati dal soffio della leggerezza. La solidità e la sostanziale compattezza – frutto entrambe di una cura e di un’abilità progettuale di gran lunga personale – fanno guadagnare all’insieme un risalto del tutto peculiare e un’affascinante significatività in termini di presenza.

La mostra che porta il titolo Orizzonti tremanti (Trembling horizons) è a cura di Marcella Beccaria e sarà presente fino al 2 luglio 2023. Nel terzo piano della Manica Lunga sono stati installati diversi Kaleidoramas. Si tratta di vere e proprie apparizioni che provengono dall’oscurità ricreata: sono strutture dotate di animazioni interne di luce, che si avventurano e scivolano magnificamente tra forme fluide o tra illusioni ottiche catturanti. Le opere in questione sono in parte lasciate in sospensione e in parte adagiate al suolo. Alcune si aggrappano dunque al vuoto, rivestendolo e quasi fagocitandolo senza però una reale invadenza o spinta pressoria, altre scelgono la forza del radicamento e dunque l’appoggio.

Navigation star for utopia (Stella di navigazione per l’utopia), Il tuo caleidorama curioso, Il tuo caleidorama potente, Il tuo caleidorama auto-riflettente, Il tuo caleidorama esitante, Il tuo caleidorama vivente, Il tuo amico non umano e il navigatore. Questi i titoli in sequenza delle opere per lo più concepite nei flussi dell’anno 2022.

In questa circostanza la Manica Lunga assume le fattezze di un tunnel, spicca infatti all’ingresso un avvertimento, che rimanda proprio al tema dell’oscurità. Ci vengono implicitamente offerti degli stimoli di riflessione inerenti i significati reconditi che sostengono gli avanzamenti e i possibili dispiegamenti della luce. Convergenze e intersecazioni abbondano, posizioni e disposizioni variabili fungono da traiettorie utili per lo sguardo. Il tempo di sommersione, fisico ed emozionale, resta nel complesso fluido, ma si riveste anche di una buona dose di concretezza.

 Una concretezza che rimanda alla complessità delle forme organiche. In tal senso il richiamo della ricerca scientifica risulta essere un elemento di certo estrapolabile, ma non è mai lasciato agire in assenza di un valido rigoglio artistico strutturante e, in verità connaturato. In questa prospettiva l’imponenza di ogni caleidorama riesce inevitabilmente a catturare l’attenzione del / della riguardante, emanando tuttavia – volta per volta- una certa sobrietà fluttuante. In effetti il tremore a cui fa riferimento il titolo della mostra, scorre in maniera sciolta e poetica come un punto di forza sostanziale, frutto di una gravitazione rapida e calma al contempo.

La luce movimentata e abilmente sospinta va a generare un alone di speranza che traduce probabilmente il residuo di un sogno inesplorato. La varietà dei moduli proposti produce risposte interiori che agiscono come effettive diramazioni.

Il passaggio dalla luce al tempo è produttivo, fondato su una trasmissione di sprazzi di verità fugaci. Le visioni di Eliasson convocano un presente-futuro scorrevole, sottilmente amalgamato e dotato di una voce consustanziale, che sedimenta una poeticità universale.

 

Coordinate:

Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea

Piazza Mafalda di Savoia

10098 Rivoli – Torino

Tel. +39 011.9565.222

info@castellodirivoli.org

www.castellodirivoli.org

 

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