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al testo di Antonio Terracciano
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Seguo con molto interesse, in questo sito, i civilissimi dibattiti su cosa è poesia e cosa non lo è: ognuno, come forse è giusto, resta alla fine con le sue opinioni ed idee. Però vorrei fare una domanda. L'ultima poesia da me pubblicata in un altro sito inizia così: "Io portavoce fui della più bella" . Secondo voi, se avessi scritto "Io fui portavoce della più bella" , sarebbe la stessa cosa? Secondo me, no, secondo me nel primo caso è poesia, nel secondo prosa. Ma perché? Non sono forse entrambi endecasillabi? Sì, sono entrambi endecasillabi, ma nel verso così come l'ho pubblicato l'accento principale cade sulla sesta sillaba ( "fui" ) , mentre nella variante esso cadrebbe sulla quinta (la seconda "o" di "portavoce" ) , e la sesta sarebbe rappresentata da una semplice sillaba atona ( "ce" ) . La frase da me utilizzata è poetica, mentre la variante è adatta a qualunque prosa. Chissà quanti secoli ci sono voluti per giungere a questa conclusione, a questa perfezione direi, perché qualunque orecchio medio, perfino quello di un bambino credo, avverte (dovrebbe avvertire) musicalità (e la musicalità, in una poesia, ha parecchi vantaggi: le dà maggiore grazia, accarezza meglio l'anima del lettore, la fa ricordare più a lungo... ) nella forma da me utilizzata, e non nell'altra! Ognuno può fare come vuole, naturalmente, ma il mio era solo un piccolissimo esempio di una questione sulla quale forse ci si sofferma troppo poco. |
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