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Scrivi un commento al testo di Antonio Terracciano
Poesia e prosa, un piccolissimo esempio

Seguo con molto interesse, in questo sito, i civilissimi dibattiti su cosa è poesia e cosa non lo è: ognuno, come forse è giusto, resta alla fine con le sue opinioni ed idee.

Però vorrei fare una domanda.

L'ultima poesia da me pubblicata in un altro sito inizia così: "Io portavoce fui della più bella" .

Secondo voi, se avessi scritto "Io fui portavoce della più bella" , sarebbe la stessa cosa?

Secondo me, no, secondo me nel primo caso è poesia, nel secondo prosa.

Ma perché? Non sono forse entrambi endecasillabi?

Sì, sono entrambi endecasillabi, ma nel verso così come l'ho pubblicato l'accento principale cade sulla sesta sillaba ( "fui" ) , mentre nella variante esso cadrebbe sulla quinta (la seconda "o" di "portavoce" ) , e la sesta sarebbe rappresentata da una semplice sillaba atona ( "ce" ) . La frase da me utilizzata è poetica, mentre la variante è adatta a qualunque prosa. Chissà quanti secoli ci sono voluti per giungere a questa conclusione, a questa perfezione direi, perché qualunque orecchio medio, perfino quello di un bambino credo, avverte (dovrebbe avvertire) musicalità (e la musicalità, in una poesia, ha parecchi vantaggi: le dà maggiore grazia, accarezza meglio l'anima del lettore, la fa ricordare più a lungo... ) nella forma da me utilizzata, e non nell'altra!

Ognuno può fare come vuole, naturalmente, ma il mio era solo un piccolissimo esempio di una questione sulla quale forse ci si sofferma troppo poco.

 Klara Rubino - 18/10/2018 09:26:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Antonio buongiorno!
Il tuo esempio mostra la differenza tra un endecasillabo canonico ed uno non canonico.
L ’ endecasillabo canonico, quello della traduzione Petrarchesca, deriva dall’unione,con sinalefe interna, di un quinario ed un settenario, gli accenti obbligatori ( il telefono mi suggrtisce "acconti obbligatori") così cadono sulla quarta e sulla decima; oppure dal settenario più quinario con accenti su sesta e decima sillaba.
Questa però non è l’unica musica esistente al mondo, un autore, un poeta ancor più, deve accordare i versi alla musica della sua anima,vedi Khalil Gibran il canto dell’anima è musica divina è accogliere e restituire Grazia...ci ho fatto pure una videopoesia

https://youtu.be/0n3dDZ4CuHM

non per forza a quella più rinomata e dai più riconosciuta come degna di valore.
Un poeta anticonformista rispetta l’etimologia stessa della parola "poeta", come si sa, dal verbo greco ποιέω che significa "creo" e non "mi conformo" (alla tradizione).
Io mi rallegro di quello spazio anarchico che la poesia contemporanea si è guadagnata!
Non rimpiango il medioevo, periodo ricco di superstizioni e limitazioni in tutti gli ambiti vitali!
Concludendo direi che la differenza tra prosa e poesia non si può evincere da uno spostamento di vocabolo ed accenti di un endecasillabo perché è nella concezione del pensiero e nella fattura complessiva dell’opera.
Tutte le manifestazioni e manufatti di qualsivoglia forma d’arte hanno semi di poesia al loro interno, altrimenti non sarebbero artistiche.
Esagerando dico con valore di opinione personale che
tutto è poesia e tutto è musica, siamo noi che non riusciamo ad udire.

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