M'innamorai di bella matematica, e pura (nella materia, intendo) , in un lontano tempo, senza saper perché. Poi, riflettendo, giunsi a conclusione sicura: c'è poca differenza tra teoremi ideare e scrivere dei versi. Ad entrambi appartiene la bellezza sublime di ricerca di ciò che perfetto apparire può alla mente dell'uomo. Purezza di parole, oppur di numeri, da sempre cerca l'umanità, e l'uscita dal carcere dell'animalità.
|
Antonio Terracciano
- 28/06/2019 17:27:00
[ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]
Caro Lorenzo, hai indovinato: prima di pubblicare la poesia avevo fatto infatti una lunga passeggiata sotto questo sole campano in questi giorni identico a quello toscano, e senza cappello! Può darsi che quel sole mi abbia dato un poco alla testa... E vero: la matematica è logica, ma non credo che si possa considerarla priva di fantasia; spesso è una fantasia controllata poi dalla logica. Ho scritto questa poesia perché mi era molto piaciuta quella del Maggiani sull "Infinito" , e mi era venuta la curiosità di andare a leggere, in Internet, alcuni dei numerosi e seri articoli che si possono trovare digitando "Poesia e matematica" o "Matematica e poesia" : direi che danno ragione in parte a te e in parte a me. Ma ora spero che il calore tenda a scemare e non mi faccia altri scherzi "matematici" ! Un ombreggiato saluto, Lorenzo, dal tuo sempre devoto ed entusiasta lettore.
|
Lorenzo Tosco
- 28/06/2019 16:51:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]
Non mi è mai passato per la mente di fare uneguagliana fra matematica e poesia, pur riconoscendo che ambedue sono elementi validi e superiori. Cè però un abisso insormontabile fra le due concezioni: mentre la poesia può essere anche illogicità e da ciò derivarne la bellezza, questo non può avvenire per la matematica, alla quale non possono in assoluto essere lasciati spazi per lillogicità. Inoltre la Poesia ha fra le sue cartteristiche la Fantasia , che invece è del tutto preclusa alla matematica. Potrei scrivere sullargomento un trattato lungo come il Milione di Marco Polo, ma qui nel contado fiorentino dove mi trovo il termometro va fuori allombra sui quaranta e passa, e io mi sono egualmente obbligato a commentare il mio amico Terracciano pensando che anche dalle sue parti il sole batta implacabile e che abbia dovuto compiere una paseggiata in ora solatia (prima della lirica) sotto il dardo infuocato, senza alcun cappello in testa. Antonio, abbiti i miei sinceri e amichevoli auguri per un pronto ristabilimento sotto lombra deliziosa e confortante di un poetico e frondosoo platino. Nauralmente matematico!
|
|
|