Nuit rhénane (di Guillaume Apollinaire 1880-1918) Mon verre est plein d'un vin trembleur comme une flamme Écoutez la chanson lente d'un batelier Qui raconte avoir vu sous la lune sept femmes Tordre leurs cheveux verts et longs jusqu'à leurs pieds Debout chantez plus haut en dansant une ronde Que je n'entende plus le chant du batelier Et mettez près de moi toutes les filles blondes Au regard immobile aux nattes repliées Le Rhin le Rhin est ivre où les vignes se mirent Tout l'or des nuits tombe en tremblant s'y refléter La voix chante toujours à en râle-mourir Ces fées aux cheveux verts qui incantent l'été Mon verre s'est brisé comme un éclat de rire Notte renana (Traduzione ed adattamento poetico di Salvatore Armando Santoro) Il mio calice è pieno di un vino tremolante come una fiamma Ascoltate la canzone monotona di un battelliere Che racconta aver visto sette donne sotto la luna Avvolgere i loro capelli verdi e lunghi fino ai piedi In piedi cantate più forte danzando in girotondo Affinchè venga soffocato il canto del battelliere E mettete accanto a me tutte le ragazze bionde Dallo sguardo impenetrabile con le trecce annodate Il Reno il Reno si ubriaca dove le vigne si riflettono Tutto l'oro delle notti si esurisce in riverberi tremuli La voce canta sempre come un rantolo d'agonia Queste fate dai capelli verdi che incantano l'estate Il mio bicchiere è esploso come una fragorosa risata.
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Antonio Terracciano
- 15/08/2018 12:15:00
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Ancora una meritevole proposta di poesia francese, questa di Santoro. Apollinaire è stato forse il più grande poeta francese del Novecento (esagero se considero "Le Pont Mirabeau" un capolavoro ineguagliabile? ) , e in questa "Nuit rhénane" (presente nella raccolta "Alcools" ) egli combina le fantasie suscitate dal fiume con immagini di vita reale. Il Reno, quel fiume che ai tempi di Carlo Magno era un po’ il simbolo (come speriamo lo sia ridiventato ora) di un’Europa unita, procurerà la morte, durante la prima guerra mondiale, a quel grandissimo e inquieto poeta praticamente apolide, che forse proprio nei pressi del Reno cosmopolita trovava la sua vera, composita dimensione (Kostrowitzky, lo sappiamo, era il figlio naturale di una nobildonna di origine polacca e di un italiano... che alcuni maligni identificarono addirittura con il Papa di allora) .
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Salvatore Armando Santoro
- 15/08/2018 09:49:00
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Gente che sembrava apprezzasse la vita ed invece la odiava e disprezzava se stessi!
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Salvatore Armando Santoro
- 15/08/2018 09:47:00
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Tutta gente con un buon talento poetico. Peccato che hanno scelto di morire presto!
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Salvatore Armando Santoro
- 15/08/2018 09:45:00
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L’ultimo verso potrebbe anche essere tradotto così: "Il mio bicchiere è esploso come una sonora risata"!
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