Vieni a prendermi dove fioriscono le zagare e la morte non sta, secca, all'angolo del fiume, perchè la vincemmo coi baci. Portami via dai vincenti, dalle idee chiare e inoppugnabili. Dai giorni senza memoria, dall'assordante tamburellare della siccità, dai vagoni abbandonati, frenati anzitempo sulle stanche rotaie della vita tu, portami via. Portami via da chi sa tutto, dai tribunali dell'ovvio, dai ministeri della scienza coi loro monumenti al cinismo adorati dagli idolatri del buon senso. Portami nelle tue mani come la bimba che hai sempre cercato, che sa perdersi in un fiore, senza chiedersi perchè.
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Salvatore Pizzo
- 08/12/2019 01:32:00
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Chiedo venia per un grave errore: più che "dei travagli" intendevo sottolineare: "dellimpegno". Dunque, la frase corretta è:"... sentendomi molto partecipe dellimpegno che, in essi, da te è profuso" Più che mai un saluto e caro
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Giuseppina Iannello
- 07/12/2019 19:11:00
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Bellissimi versi, tremolanti di pure emozioni visive.
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Salvatore Pizzo
- 05/12/2019 15:20:00
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La capacità dei tuoi versi di rendere empatici, è qualcosa che apprezzo sempre, sentendomi molto partecipe dei travagli che, in essi, da te è profuso. Già lincipit mi afferra il cuore, trascinandolo nella discesa perigliosa delle rapide dellesistenza... E chissà mai come e chi riuscirà a portarci via da questo sfacelo dumanità annaspante. In fondo, lamore finisce per esser soltanto schermo allingiustizia del vivere. Grazie sempre con anche un abbraccio.
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