Tu dimmi, cosa cerchi, mio tenero borghese? Nei campi forse il filo delle perdute estati? Ma il tempo già s'arretra tra le tue spalle strette; tu cerchi il tuo destino nel sole vespertino? Fuggita la stagione dell'invocato pianto, tu volgi già a ponente che porta altrove il canto.
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Salvatore Pizzo
- 06/09/2021 03:57:00
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Era da illo tempore che non leggevo più la parola"borghese"in una poesia. Tanto che non ricordo più dove abbia potuto leggerla. Però mi sovviene una canzone di Gaber in cui citava i borghesi per dire che son tutti dei porci. Effettivamente, ai giorni nostri sembra una parola desueta: è stata introiettata al punto da averla rimossa, perché se ne è accettata la positività sociale. Cosa che non nei tuoi versi, in cui risuona ancora quella combattività rivestita d’ironia tesa proprio a smontarne la positività, mostrandone tutto il disorientamento che la fa naufragare miseramente. D’altro? Il settenario ti dona assai. Un grazie che più ancora è un caro saluto
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Marco Galvagni
- 05/09/2021 15:14:00
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Pura poesia ben levigata. Complimenti!
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Vincenzo Corsaro
- 05/09/2021 12:55:00
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È la prima volta che leggo qualcosa dedicata alla figura del "borghese", interessante e devo dire che l’hai descritto alla perfezione. La famosa "borghesia" che si perpetua ancora ai giorni nostri, i non poveri e non ricchi, coloro che sguazzano nella mediocrità, coloro che vorrebbero di più ma non possono e vivono con la paura di perdere quel poco e illusorio agio in cui si crogiolano e di cui sono gelosi. Il loro destino... l’hai descritto perfettamente negli ultimi versi. Brava :) Una luminosa domenica e un cuoroso saluto :)
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Fabrizio Giulietti
- 05/09/2021 10:31:00
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il borghese è come il gambero, cammina all’indietro e smarrisce l’anima... piaciuta...
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