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al testo di Annalisa Scialpi
Spingi il dolore
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Spingi il dolore, anche se fa male, anche se sembra una catena; spingilo alle soglie più estreme del tuo sentire, accoglilo; è un bimbo che piange e ha le labbra larghe per il troppo urlare… In fondo alla notte muta, la stella, che non giunge mai. Spingilo nei tuoi ricordi rottamati, tra i legni sparsi dei sogni spezzati, le rotte conchiglie d’occasioni mancate, le lacere radici disseccate… Tu stringi, stringi forte il dolore; ti prego no, non scappare! E’ il tuo maestro, la caverna segreta in cui ti puoi inginocchiare, pregare, risvegliare e libero, ricominciare…
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Lilith50
- 29/03/2023 23:18:00
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Quando ce lhai dentro, lunica cosa, dopo averlo accolto, è conviverci. Dovrei strapparmi il cuore prima di leggere poesie come questa, accidenti! Brava. :-)
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Vincenzo Corsaro
- 28/03/2023 13:39:00
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Come la solitudine può essere una gabbia dorata o una tremenda prigione, così il dolore può portare la morte, far diventare degli zombi, o può essere "il tuo maestro, la caverna segreta in cui ti puoi inginocchiare, pregare, risvegliare e libero, ricominciare…" Anchio sono convinto (parlo per esperienza) che bisogna viverlo fino in fondo il dolore e così poterlo trascendere e rinascere. "[...] Niente rimase di ciò che era. Eppure io nacqui ancora da quei resti, ci furono gemiti e digrignare di denti, vestii di saio e ceneri ma spezzai il passato lacerando tutto ciò che mi legava ad esso. Marciai per mille leghe portando lo stendardo del dolore finché non restò che il nudo bastone e quando giunsi in cima alla collina di unalba liberata dalle catene, vi piantai il vessillo della serenità, [...]" Un abbraccio e un sorriso :)
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