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A te

A te che vivi

sulla montagna,

aspetta ancora un po'…

 

Metti ceppi di cedro

sulla tua pietra rossa

 

Ti sentirò

dall’odore del vino buono

il vino invecchiato

tra le rughe delle tue pareti

iniziate d’attese

 

Mi riconoscerai

o uomo che vivi sulla montagna

dai teschi sulla collana,

dalla cenere tra i capelli

che, tuttavia, mai tradì

l’odore della rosa.

 

E allora tu saprai

il punto della luce abissale,

dove muore l’omega del verbo

 

Oh tu,

solo e selvaggio,

mio degno e divino uomo

della montagna!

 Caterina Alagna - 24/05/2023 12:35:00 [ leggi altri commenti di Caterina Alagna » ]

Come sempre i tuoi versi aprono squarci nell’anima e s’addentrano con la loro straordinaria bellezza!

 Elisa Mazzieri - 23/05/2023 09:52:00 [ leggi altri commenti di Elisa Mazzieri » ]

Aspetta ancora un po’
Aspetta a scendere? E il Cedro Libanese sarà forza vitale finché sia raggiunta la madre della luce abissale?
Dunque è sempre - chiedo, modestamente, chiedo - al Muladhara che siamo incollati/e?
A e Ω sono parabola e verbo e se sovrapposti danno un altro simbolo ancora.
"Nel Regno si entra in due, completati nella proprio Yin e Yang" (cit. da uno dei tanti vangeli apocrifi).
Cara Poetessa, tu questo già lo sai.
E dunque, a chi ti rivolgi?
Dubito a qualche alpinista anacoreta dell’ultima ora.

Con stima e invadenza, temo, in questo caso.

Elisa

 Vincenzo Corsaro - 22/05/2023 23:23:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]

Questa la sento particolarmente mia, non perché io viva sulla montagna, ma semplicemente perché ho sempre desiderato viverci in montagna. Il mare sarà bello, ma è monotono, la montagna invece... quante cose ha da offrire, ma soprattutto è il luogo dove è più semplice ritrovare sé stessi, la montagna è magia, non finisce mai di stupirci, è una continua sorpresa, ma soprattutto un continuo ritrovarsi.
"[...] vide un singolo fiore,
lo colse con mano tremante
e lo tenne in alto per ammirarne l’unicità.
Quel gesto sollevò il manto di nebbia
e il miracolo della luce, fino allora sconosciuta,
accadde.

Il sole di quel tardo mattino giaceva sui picchi
cullando in un dolce tepore ciò che abbracciava,
i suoi raggi facevano salire la bruma come un velo,
per poi dissolverla rivelando tutta la bellezza nascosta.

Mentre in alto s’indugiava la luce,
un raggio pugnalava le nuvole
colorandole di una striscia dorata,
dalla loro ferita una scia d’oro stillante
scivolò ad illuminare quel fiore che teneva fra le mani.
Quel fiore era il germoglio cresciuto dentro lui,
gli sorrise, sussurrò alla sua anima,
catturò un raggio di sole
e lo diresse verso l’imbocco della valle.[...]"

Grazie per tutto, ciao :)

 SilviaDeAngeliss - 22/05/2023 20:19:00 [ leggi altri commenti di SilviaDeAngeliss » ]

E’ affascinante decidere di vivere tra le montagne, a contatto con la natura, e tutto quanto di più semplice e manuale possa esistere.
La solitudine diviene una compagna inseparabile, e il rumore del temporale, un compagno piacevole di giorni in cui il sole si è nascosto, in attesa di riemergere con una luce intensa e accattivante..
Sempre bello leggerti, Annalisa, buona serata.

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