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al testo di Annalisa Scialpi
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La nave era vasta e cavalcava il vasto oceano. Io osservavo le onde oscene e dicevo: oh oh!
Sto andando in pezzi, scendendo tra le piaghe del sale con i miei ettari di legalità e nessuno me lo perdonerà.
Per calmare i passeggeri hanno allestito uno spettacolo, mentre io vado giù, decapitata come Medusa.
Tutto è molto tranquillizzante, se non per il fatto che sto andando in pezzi e una gamba è già lì sul fondale, piantata come quella di un manichino.
E ora sento che potrei immaginare un finale, qualcosa che non sia stato detto,
per esempio che laggiù potrei trovare oltre alla mia gamba, le mie unghie laccate accanto alle conserve di sorrisi di signora dal cervello disfatto.
Ed è anche probabile che non affonderò tra i vecchi ingombri, ma che il mare mi risputerà come seme di mela.
Ma ora sto andando in pezzi, scendendo tra le piaghe del sale con i miei ettari di legalità e nessuno me lo perdonerà |
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