https://atunispoetry.com/2023/05/14/coquelicots-en-rouge-poeme-de-franca-colozzo-traduit-en-francais-par-mirela-leka-xhava/?fbclid=IwAR1QvgAsBRzSPHWB670by-CAWggvaRaQVbB-aV1AV-D5cI8FTppWzXsk0fE 
La Primavera s’è svegliata stamattina con una sciabolata tagliente di vento che rade nubi lontane ha spazzato via. Mar di cobalto polare a contrastare il verde-oro del monte tra ginestre in fiore a cascami su dirupi. Tra le fioriture di maggio s’alza il canto d’un uccello di rovo dai poderi attorno al casolare, tra papaveri rossi ad annunciare l’avvento della bella stagione. Il vellutato fiore sfioro appena, come allorché sulle siepi cercavo dei papaveri il profumo. Non esotiche essenze, né cascate di policromi fiori, ma il rosso vivo dei petali e il giallo del suo bulbo peloso. Occhio dalle lunghe ciglia scure e pensose, il papavero mi ricorda i campi erbosi dell’Afghanistan martoriato da guerre tra neri talebani e donne in burqa su vie d’oppio e di disperazione. COQUELICOTS EN ROUGE Poème de Franca Colozzo / Traduit en français par Mirela Leka Xhava Le printemps s’est réveillé ce matin avec un coup de vent aigu qui rase les nuages lointains a balayé. Contraste polaire de la mer cobalt le vert-or de la montagne entre les *genêts en fleurs sur les rochers. Parmi les fleurs de mai le chant d’un oiseau de ronce s’élève des fermes autour du gîte, parmi les coquelicots rouges pour révéler l’avènement de la saison chaude. La fleur veloutée que je touche à peine, comme sur les haies Je cherchais des coquelicots pour le parfum. Pas d’essences exotiques, ni cascades de fleurs polychromes, mais le rouge vif des pétales et le jaune de son bulbe poilu. Oeil aux longs cils sombres et pensifs, coquelicot me rappelle les champs herbeux de l’Afghanistan déchiré par la guerre entre les talibans noirs et les femmes en burqa sur les chemins de l’opium et du désespoir. Traduit en français par Mirela Leka Xhava *(Albanese) LULËKUQET VESHUR NË TË KUQE Pranvera u zgjua këtë mëngjes me një sabër të mprehtë të erës retë i preu e degdisi larg. Kontrasti polar i detit kobalt jeshil-ar i malit mes gjineshtrave në lulëzim mbi shkrepa. Mes luleve të majit ngrihet kënga e një zogu ferre nga fermat përreth vilës, ndër lulëkuqe kuqaloshe për të zbuluar ardhjen e stinës së ngrohtë. Lulen prej kadifeje që e ledhatoj, si dikur në gardhe Kur kërkoja lulëkuqe për parfumin. Jo esenca ekzotike, as kaskada lulesh *polikrome, por e kuqja e ndezur e petaleve dhe e verdha e bulbës së saj të pushtë. Sy me qerpikë të gjatë, të errët dhe të zhytur në mendime, lulëkuqja më kujton fushat me bar të Afganistanit të shkatërruar nga lufta mes talebanëve të zinj dhe grave me burqa në shtigjet e opiumit dhe dëshpërimit. *polikrome-shumëngjyrëshe
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Franca Colozzo
- 16/05/2023 17:23:00
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Mi trovi daccordo sulla tua analisi, Salvatore. Non solo hanno mollato la presa, ma Joe Biden, vana speranza dopo Trump che a questo punto mi sembra migliore (America first!), ha tolto dalle banche afghane i soldi destinati a quel popolo vittima di una ventennale guerra, facendo morire così tanti bambini in preda a fame, malattie e miseria indescrivibile! Purtroppo, credo che questa razza Caina abbia illustri e famigerati rappresentanti qui da noi, che passano ipocritamente per nostri protettori con la connivenza dei leader europei. Ma se gli europei (non tutti per fortuna) sono gli stessi che hanno colonizzato lAfrica, ucciso ancor prima gli indigeni americani, cosa possiamo sperare? La pace, quella sì è una chimera irraggiungibile! Ma ci tocca lottare fino alla fine se veramente noi, esseri amanti della giustizia sociale, ancora ci crediamo e ad essa ci affidiamo come ultima spiaggia! Purtroppo, i media sono prezzolati se vogliono continuare ad esistere, sia da noi che nei paesi del terzo mondo e non solo. Ti ringrazio del commento che mi trova sulla tua stessa lunghezza donda. Buona serata e buon proseguimento di questo mese di maggio vestito da novembre.
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Salvatore Pizzo
- 16/05/2023 02:49:00
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Mi vien da dire: gli avvoltoi hanno mollato la presa(per adesso)su questo disgraziato paese. Ma lhanno lasciato soltanto perché, poco più in là, frollava carogna più grossa e golosa. Grazie per aver voluto ricordare lAfghanistan, un paese devastato dai giochi geostrategici, ora rimosso dalle coscienze occidentali. Coscienze più nere della pece, si potrebbe ben dire. Visto che gli USA, in tempi di guerra fredda, hanno pensato bene di usarlo come esca, per intrappolarci i sovietici. Col risultato che, oggi, abbiamo davanti agli occhi. E che i media cercano di rimuovere con ogni mezzo dellattualità, per relegarlo nel mai esistito. Un caro saluto
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Franca Colozzo
- 16/05/2023 00:05:00
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LAfghanistan ha da subito avuto un posto nei miei pensieri per la condizione disumana della donna, reietta tra i reietti, schiava della barbarie di uomini rozzi e ignoranti che del burqa hanno fatto una prigione. Tinvito a leggere le diverse poesie da me scritte, in particolare quella vincitrice del Premio Laurentum 2010 - Italiani allestero, 1° premio attribuito alla mia primogenita, Valeria. Buonanotte e grazie, caro Vincenzo.
https://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Proposta_Poesia&Id=2888
PREMIO LAURENTUM ITALIANI NEL MONDO 2010 "Premio per la Poesia XXIV ED."
Vincitrice Primo classificato: Valeria Di Marco MUSEO MAXXI - 30 NOVEMBRE 2010 - ROMA
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Franca Colozzo
- 15/05/2023 23:51:00
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Cara Silvia, il fascino ondeggiante di un campo di papaveri racchiude in sé lessenza stessa dellestate. Quando compaiono ai bordi delle strade o sui prati, rimango ad osservarli in preda ad una profonda emozione. Questo fiore selvatico mammalia e mi trascina verso fantastici viaggi. Linfanzia stessa riappare e, con essa, anche tanta disperazione per il popolo afghano tra distese doppio e di barbarie. Grazie del tuo passaggio. Buonanotte.
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Franca Colozzo
- 15/05/2023 23:43:00
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Cara Annalisa, ti ringrazio del tuo generoso giudizio su questa mia poesia revisione di una versione passata. Sinceramente, non pensavo che venisse tanto apprezzata da te ed altri colleghi qui. Io mi ritengo unumile artigiana della poesia che uso a mo di panacea a tutti i mali così come ho espresso nelle mie poche note introduttive, brevi rispetto al mio lungo CV. Chiedo venia se ho fatto troppo nella vita, ma questultimo rappresenta solo la punta di un iceberg senza voler togliere niente ad altri miei più illustri colleghi. Certo chi fa sbaglia sempre! Ma è meglio che restare immobili, a parer mio. Buonanotte.
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Annalisa Scialpi
- 15/05/2023 19:48:00
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Carissima Franca, che poesia eccezionale! A mio avviso
dovrebbe volare alto, esser letta, goduta...
Davvero stupenda!
Annalisa
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Vincenzo Corsaro
- 15/05/2023 11:50:00
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Molto azzeccato il papavero rosso come anello di congiunzione tra la bellezza della primavera e la disperazione di una terra che non conosce né pace né libertà. E a proposito di Afghanistan, questo è il succo di ciò che ha detto Sapeda, rifugiata politica in Italia: "Il potere talebano è la causa di povertà estrema, disoccupazione record, insicurezza diffusa, boom di matrimoni forzati e spose bambine a livelli senza precedenti, anche come conseguenza della povertà e di condizioni di vita terrificanti". Segue il link del suo racconto e dellintervista di come è oggi lAfghanistan e delle accuse contro USA e NATO.
https://www.agi.it/estero/news/2022-08-18/afghanistan-inferno-talebani-intervista-studentessa-rifugiata-17760665/amp?utm_source=Adwords&utm_medium=cpc&utm_campaign=Traffic&gclid=Cj0KCQjwsIejBhDOARIsANYqkD22Ca5trzwjWFDPqJgHczKwdU9fN94mOVrVTceSyC1INQ1r7e2J3EUaAsyMEALw_wcB
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SilviaDeAngeliss
- 15/05/2023 08:54:00
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Restiamo sempre affascinati dai manti di papaveri che in primavera sorgono spontanei per dare colore, e vivacità, ai bordi delle strade impressionandole di gioia...quella che non possono avere le popolazioni dellAfganistan, seppure intinte in campi di questo fragile fiore... Buon inizio di settimana cara Franca.
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