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Guido Brunetti Cervello e comportamento animale. Elementi di etologia
Tutti gli studiosi riconoscono il grande contributo che gli animali hanno fornito alla scienza e alla medicina. Nel corso della storia, gli animali hanno assunto via via il significato di simboli morali, come nelle favole di Esopo, simboli religiosi, per gli egizi, manifestazione della creazione divina in S. Francesco.
E' un vasto campo di studi in cui convergono molteplici discipline quali neuroscienze, genetica, fisiologia, zoologia, che hanno portato alla nascita dell'etologia (dal greco ethos, carattere, costume e logos, discorso) che è la scienza che studia il comportamento animale. Che può avvenire sia in laboratorio che nell'ambiente naturale.
Il primo studioso degli animali è stato Aristotele. La sua opera "Historia Animalium" è un affascinante studio sul comportamento degli animali e sulle seicento specie di animali osservati e classificati. A sua volta, il naturalista inglese Charles R.Darwin (1809-1882) è stato il primo autore a sottolineare le attività psichiche degli animali, affrontando sul piano scientifico il problema dell'istinto, una forza vitale innata finalizzata alla conservazione dell'individuo e della specie (Fabre).
Darwin ha formulato nei suoi libri "L'origine della specie" (1859) e ne "La discendenza dell'uomo" (1871) la teoria dell'evoluzione naturale degli esseri viventi. L'evoluzione è l'elemento comune della diversità della vita. Il meccanismo principale dell'evoluzione è la selezione naturale, la quale interviene sulla variabilità individuale.
Esiste una lotta continua tra gli individui per la sopravvivenza. Nella lotta, sopravvivono e si riproducono solo gli individui più adatti alle condizioni in cui avviene la selezione. Tutte le forme viventi- sostiene Darwin- derivano da una o poche specie ancestrali. La specie umana (Homo sapiens) deriverebbe da primati ancestrali, progenitori anche delle attuali scimmie (evoluzionismo). La selezione naturale. lo ribadiamo, fa sì che gli individui meno idonei a quella situazione ambientale vengono eliminati.
La vita, per Darwin, deriva in sostanza da un' unica forma originaria, poiché tutti i tessuti viventi hanno moltissimo in comune dal punto di vista chimico.. Le ricerche della biologia molecolare ha di recente fornito solide basi a questa idea straordinaria.
Il sistema nervoso dei vermi, degli insetti e dei vertebrati, dai pesci all'uomo, deve aver avuto "un unico predecessore comune" esistito "seicento milioni di anni fa". Il genoma umano differirebbe da quello dello scimpanzé dell'1 per cento.
Un altro importante autore è Ivan P. Pavlov (1849-1936), il quale riconduce tutto ai "riflessi condizionati", avviando in tal modo una nuova scuola di pensiero, la riflessologia. Il suo nome infatti è legato alla scoperta del riflesso condizionato sui cani chiamato anche "condizionamento classico" o pavloviano. Il condizionamento si verifica quando uno stimolo diventa un "segnale" per un evento che sta per verificarsi.
Nel suo esperimento, Pavlov fa precedere il suono di un campanello all'azione di dare il cibo a un cane. Nelle successive fasi, gli dà la carne e viene fatto suonare il campanello. Al solo suono del campanello viene rilevato uno stimolo salivare. Il cane associa al suono del campanello l'arrivo del cibo., provocando in lui una secrezione salivare.
Successivamente viene sviluppato da alcuni psicologi americani un importante movimento, il "behaviorismo" (comportamentismo), il cui fondatore, J.B.Watson, teorizza che ogni comportamento sia umano che animale è analizzabile in termini di stimolo e risposta (S-R).
Il massimo esponente dell'etologia è Konrad Lorenz (1903-1989), uno scienziato e premio Nobel austriaco riconosciuto come il padre di questa disciplina. Egli studia in particolare le componenti innate del comportamento che vengono descritte nei suoi libri "L'anello di re Salomone", "Il cosiddetto male", "L'etologia, fondamenti e metodi".
Le sue ricerche sull' imprinting mostrano che i comportamenti innati dipendono in una certa misura da fattori ambientali. Il termine "imprinting" indica una forma di apprendimento comune tra gli animali. Il piccolo appena nato "insegue" il primo individuo o oggetto che lo impressioni, come fosse sua madre.
Fra gli studiosi del comportamento animale è stato motivo di accese polemiche per molti anni la netta contrapposizione fra istinto (innato) e comportamento (ambiente, cultura). Oggi, si ammette che non esiste alcun carattere, o comportamento, che non sia frutto dell'interazione tra fattori genetici e fattori ambientali.
Le ricerche hanno nel tempo dimostrato che gli animali possiedono stati soggettivi (coscienza), qualità sociali, mentali e morali. Nel mondo animale, è molto diffuso il comportamento sociale che giunge a vere e proprie forme di "organizzazione sociale" con la costituzione di "società animali". Tra i vari comportamenti sociali, sono stati studiati quelli aggessivi. Secondo Lorenz, l'aggressività intraspecifica è un istinto e costituisce una delle naturali radici della socialità. Secondo altri scienziati, invece, l'aggressività non è un istinto, ma solo la manifestazione dell'istinto riproduttivo e modulabile da fattori esterni.
Le lotte e le minacce sono spesso "mimate" e raramente giungono a "conseguenze dannose", in quanto vengono attivati meccanismi cerebrali, come la resa, la pacificazione e la subordinazione, comportamenti che interrompono le ostilità.
Le ricerche neuroscientifiche hanno portato alla scoperta che la coscienza non è una caratteristica esclusiva dell'essere umano, ma è presente anche negli animali, e si può accertare sia negli animali che nei bambini attraverso la prova dello specchio. Gli animali dunque hanno emozioni (Frans de Waal).
La coscienza di sé appare molto sviluppata in tutta una serie di animali e costituisce la base per promuovere relazioni sociali. Alcuni scimpanzé, orangutan e anche gorilla si riconoscono allo specchio (D. Swaab). Delfini ed elefanti sono in grado di riconoscersi attraverso uno specchio enorme. Alcuni esperimenti hanno rilevato che anche una gazza si riconosce allo specchio.
Per quanto riguarda il campo delle facoltà mentali, Darwin ha scritto che "non c'è alcuna differenza fondamentale tra l'uomo e le mammiferi superiori". Gli animali pensano a quello che sanno? E' una questione di diffile soluzione, nonostante i numerosi esperimenti condotti in materia. Attualmente valgono le conclusioni del neuroscienziato Antonio Damasio. Alcuni animali hanno un certo livello di coscienza, ma quali animali la possiedono ci è "ancora ignoto".
Gli animali hanno un senso morale? Il comportamento morale, secondo Darwin, "si ritrova in tutte le specie, come i primati, gli elefanti, i lupi". Non è raro osservare che il proprio cane si interessi alla sorte dell'altro e mostri compassione per un altro cane che è rimasto ferito. Ricerche mostrano che se un elefante viene colpito da una pallottola o resta ferito in un incidente, gli altri barriscono e gli prestano aiuto (de Waal). Altre ricerhe hanno evidenziato esempi di "autentico comportamento morale" negli animali, come nei delfini, cani, bonobo, corvi, scimmie, scimpanzé.
Inizialmente, durante l'evoluzione l'aiuto reciproco si è manifestato nelle cure amorevoli prestate dagli animali ai loro cucciolo. Successivamente, è stato esteso ai membri della stessa specie. Infine, questo comportamento, secondo gli scienziati, è diventato "il fondamento della morale umana" (de Waal). La morale si fonda in sostanza su fattori biologici, ha cioè una solida base biologica.
Importanti poi si rivelano i neuroni specchio, i quali sono alla base dell'empatia e ci permettono non solo di capire gli altri e condividerne i sentimenti, ma anche di immaginare cosa provano nella sofferenza o nella gioia.
Concludiamo, sostenendo che poiché l'uomo è un animale, è possibile applicare i metodi di studio etologici al loro comportamento.
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