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Un altro mattino

Si raccoglie nel nido delle mani

si difende dall’impudenza di passi

dall’ovvietà di tragitti, dall’uggiolio

di freni che addentano rotaie.

 

Visi affondano occhi nei giornali

s’assolvono nello scudo delle spalle

respirano per abitudine, per rassegnazione.

Sono le nuove tavole della legge

irreprensibili, scolpite sul monte

dei pegni, dei facili pentimenti,

delle conversioni estorte sulle ceneri

d’un rovo combusto, morente.

E nessun altrove

mai.                                                               

 

Sono fuscelli impastati di fango

inermi fili di paglia le dita.

Così si stinge un altro mattino

implume alle rapacità del giorno,

balbettio su opacità di labbra.

 Valentina Ciurleo - 01/05/2016 09:29:00 [ leggi altri commenti di Valentina Ciurleo » ]

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