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al testo proposto da Cosimina Viscido
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L'attimo carnale seguì le intenzioni,
quando accasciati tra l'erbetta ancora vergine vagheggiammo la ricerca di un ideale. E non bastò la Fantasia, il corpo era già Mito, un'atmosfera non più terrena mi mise davanti agli occhi il Proibito, ed io con le mani che pulsavano sangue non mi trattenni nell'afferrare la tua gola e bere da un calice il tuo nettare ancora giovane, nel proporti il cuore, come olocausto. Le tue vesti divennero ad un tratto la mia coltre e mi ritrovai a scavare il tuo vigore, accarezzai l'Attimo, accarezzai l'Infanzia, e divenni parte del mio stesso Seme quando ti raggiunsi nell'orgasmo. Poi mi sembrò arrossita anche la luna, mi sembrò caldo persino l'etere, ed io offuscato dalla mia quiete, giunsi a patto con la Morte. (da Attestati di morte) |
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