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Lettera al piccolo Alfie

Caro Alfie,

il 9 maggio prossimo sarebbe stato il tuo secondo compleanno, e il giorno seguente sarebbe stato il tuo secondo onomastico, se l'odierna barbarie umana non avesse reciso la tua vita ancora in boccio.

E hanno decretato la tua morte coloro che avrebbero invece dovuto tutelare la tua vita: medici e giudici. Medici che invece di essere al servizio della vita, sono medici che procurano la morte, tradendo il giuramento di Ippocrate; giudici che invece di proteggere i bambini malati, sono giudici che emettono sentenze di morte, compiendo iniquità. Tutti costoro hanno stabilito che la tua esistenza non aveva alcun valore, che era inutile, e così ti hanno ucciso. Secondo il loro dire l'hanno fatto per pietà, per il tuo bene. Una pietà crudele. Un bene satanico.

E ti hanno soppresso contro il volere dei tuoi genitori, che hanno lottato in tutti i modi fino alla fine per difenderti, vedendosi negato anche il diritto di curarti in Italia, e infine il diritto di farti morire a casa. Questa si chiama democrazia, o tirannia?

Piccolo Alfie, tu porti il nome di Sant'Alfio, martirizzato insieme ai suoi due fratelli nel III secolo in Sicilia. E pure tu sei un martire. Sei un piccolo martire odierno, una vittima della persecuzione perpetrata dalla società neopagana, che nelle tenebre dell'idolatria corre verso l'abisso, che è orbata dalla sua superbia e dal suo delirio di onnipotenza, che ha tramutato il male in bene e il bene in male. Sei un piccolo Cristo, condannato a morte dalla legge iniqua del tuo popolo, dai Ponzio Pilato che si sono lavati le mani, dagli Erode che ti hanno rimandato a Pilato, dai potenti che non hanno speso una parola per la tua salvezza, da coloro che hanno approvato la tua soppressione. Tuttavia hai vinto tu, piccolo Alfie, hai vinto tu, piccolo Cristo, così come ha trionfato il Crocefisso: con le sofferenze dell'innocente, col sacrificio della vita, con l'apparente sconfitta. I veri perdenti invece sono tutti coloro che, in un modo o nell'altro, hanno contribuito alla tua uccisione.

No, non vince il male. Nemmeno quello spacciato per bene, quello spacciato per diritti, per libertà, per progresso. Nella lotta delle tenebre contro la luce, vince la luce. E tu, piccolo guerriero della luce, ora sei vittorioso nel Regno della Luce, nelle braccia del Padre Celeste. Certo adesso preghi per i tuoi genitori e per i tuoi uccisori; per i milioni di bambini soppressi nel grembo delle madri; per i neonati venduti e comprati; per i bambini a cui non viene riconosciuta la necessità naturale d'avere un padre e una madre, a cui vengono imposti due padri o due madri, come se i bambini fossero dei bambolotti che stanno bene con chiunque, pure con una coppia di oranghi o di androidi; ecc.

Caro Alfie, nel nostro mondo stolto sei stato scartato. Invece nell'eterno Regno della Luce le anime come la tua sono le più splendenti.

Addio, vittorioso guerriero della luce!

 

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