Lui ha un viso di pane addolorato lievitato in cuccia embrionale - nei punti cardinali sua salvezza al pianto, alla fatica ripetuta come cera disciolta goccia a goccia. Nei gesti lo sorvola la tristezza come una mano che gli chiude il cuore.
Lei ha una scia incolore nello sguardo e parla vuoto calco nella voce - concava barca a implorare al vento azzurri spettri da rubare al mare che sparge come incenso su chimere. Nei gesti la sorvola la tristezza come una mano che le chiude il cuore.
Chiudono un solo cuore quattro mani nel gesto che è offerto alla tristezza.
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Maura Potì
- 20/10/2012 18:40:00
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Un fotogramma, quello della fine di una storia, del silenzio che segue alla deposizione delle armi. La realtà è momentaneamente deformata, tra la velocità dei moti dell’animo e la fissità degli sguardi, fino al prossimo specchio che ritroverà un’altra nuova integrità.
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cristina bizzarri
- 01/09/2012 23:35:00
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Grazie Luciana e Loredana, dare parole e forma ai sentimenti, anche quando sono così brutti e vuoti, è come trovare un sentiero per uscirne, almeno ci si prova. Buona notte!
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Luciana Riommi Baldaccini
- 01/09/2012 21:49:00
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Cristina, ieri avevo letto un tuo commento in cui accennavi a un grande dolore: se è quello che si percepisce qui, sei riuscita davvero a dargli una forma bellissima! Ciao :-)
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Loredana Savelli
- 01/09/2012 15:02:00
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Indubbiamente il finale uguale delle due strofe sottolinea una compenetrazione reciproca ("nella buona e nella cattiva sorte"). Molto efficace!
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Cristiana Fischer
- 01/09/2012 13:56:00
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bacioni
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cristina bizzarri
- 01/09/2012 13:50:00
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E così sia Cristiana. ;-))
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Cristiana Fischer
- 01/09/2012 13:40:00
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Forse sbaglio. Acc, le liti tra coppie affiatate. Ma l’esistenza è solitaria, ora e sempre.
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