“La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina”.
In caos d’acqua concepiti. Scendi,
cercando quella parte che congiunga
in desiderio altro compimento.
È stringere nel palmo terra scura,
sapore amaro, ali di formica
prima del volo curvo sopra il grano -
sole dorato già proteso in spiga
a immergersi nel ventre della luna.
Estatica l’attesa senza carne,
piacere nel sopore già supino
di chi del giorno spia l’agonia
disciolta tra le dita della sera.
Oltre la pena di sapere i volti
vuote finestre di consunti lumi,
oltre lo sguardo che non ha parole
se non sommessa, dolce litania
che non spaventi i pellegrini in sogno -
il ponte trasparente della notte,
il buio che nel vento ci respira,
noi sì divisi - e dove tanta gloria?
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Cristina Bizzarri
- 31/12/2012 16:06:00
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Luciana, sono davvero felice che questo testo - da me molto sentito - ti sia piaciuto. Farò del mio meglio entro le mie possibilità! A te un grandissimo e affettuoso buon - quasi - 2013 ... :-))
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Luciana Riommi Baldaccini
- 31/12/2012 15:28:00
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Cristina cara, un altro testo di grandissimo valore umano, simbolico, poetico... Che cosa augurarti per il nuovo anno? Che il tuo percorso prosegua nella direzione che tu desideri. Con tanto affetto ti abbraccio :-)
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Cristina Bizzarri
- 30/12/2012 23:21:00
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Auguri Amina. Il tuo commento è una poesia intrisa del tuo intenso profumo!
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Amina Narimi
- 30/12/2012 23:14:00
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offerta apparente d’acqua la tua poesia che tracima sempre in dono..un ponte "trasparente" nella notte che mi ha fatto camminare fino alle fette di poco pane cariche di doni,come Gloria mani.festa nel buio che dì_vide Grazie Cristina ed auguri da premereIlCuore supino al nuovo anno che s’innalza
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Cristina Bizzarri
- 30/12/2012 23:11:00
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Emilio: sei quasi paterno verso di me e questo mi fa un piacere immenso, tanto più che cronologicamente potrei esserti madre! Ma è questo il fascino di scrivere alla Recherche: spariscono le barriere temporali. Farò del mio meglio per seguire il tuo consiglio daddy, cercherò di essere meno gloomy! :-) Franca: sei entrata tra le mie righe con la tua sensibilità armoniosa e hai messo ordine anche dove non ce n"era. Ma hai ragione: sulla linea di confine tra realtà e immaginazione corre la visione di un possibile che a noi non mi sembra sia dato sperare. È una luce inimmaginabile, e mi chiedo se mai potremo viverla in una dimensione diversa da quella mortale. Se mai ci sentiremo uniti, completi. È una domanda megagalattica a cui ognuno cerca di rispondere, e non credo ci siano due risposte - o non risposte - identiche! Auguri Franca!
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Franca Alaimo
- 30/12/2012 22:30:00
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Un’accensione dell’immaginazione durante l’attesa che il desiderio si compia, mentre scende la sera e sorge la luna gravida di sogno. Il ponte sembra annunciare l’arrivo, ma la distanza c’è, ancora. Un testo che sembra toccare quello spazio mentale che sta fra realtà e sogno, tra terreno e celestiale, tra umano e divino. Perché nel sottofondo c’è quell’attesa del miracolo che è propria di questo mese. Magari ci si chiede dov’è la gloria tanto attesa, e, nel frattempo, si architettano proiezioni mentali tenere che non facciano male a tutti noi: i pellegrini dell’esistenza. Com’è suggestiva questa poesia e quanto tenera, così come altri l’hanno, a ragione, definita, UN caro augurio, Cris!
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Emilio Capaccio
- 30/12/2012 22:17:00
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Te l’ho già detto altrove Cristina, quando scrivi così (evocativa, complessa nelle tue mefatore ed immagini che descrivi, piena di sensi e di allusioni) mi piaci moltissimo. Ho apprezzato molto questa tua e Domenico ha ragione, quei versi sono di una dolcezza sconfinata. Non voglio che ti incupisca, vorrei sempre che ti scrivessi di bagliori e profondità, vorrei che tu diventassi la poetessa della "luce".
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Cristina Bizzarri
- 30/12/2012 19:40:00
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A volte le immagini che si fantasticano sembrano più vere di quelle "vere"! E questa mi ha fatto provare tanta dolcezza, come tu hai scritto. Ciao Domenico!
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Domenico Morana
- 30/12/2012 19:28:00
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"sole dorato già proteso in spiga a immergersi nel ventre della luna." Quanta dolcezza, Cristina!
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