Leonardo - Giovanni Battista, Louvre (c.1514) 1 Giovanni, 4-16: Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. Credo che non risorgerò - non come mi hanno detto o come scribi hanno trascritto con il pennino in devozione e faticosi studi tra spaziose ombre dentro fumose mura. Credo che su un dio non c’è - non come mi hanno detto in questo tempo troppo breve dove mi volto tra parole scavate nelle fondamenta cupe di popoli e di sangue. Credo che non si morirà - non come ci hanno detto per la paura che la vita sia un peccato da espiare o un troppo buono e succulento frutto rubato a un dio geloso. Credo Che non risorgerò Che su un dio non c’è Che non si morirà Non come mi hanno detto Ma credo che l’amore è.
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Silvia De Angelis
- 27/03/2014 21:03:00
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Sempre grandi emozioni nella lettura dei tuoi meravigliosi versi Buona serata, cara Cristina e un abbraccio, silvia de angelis
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Cristina Bizzarri
- 25/03/2014 19:53:00
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Comunque Franca e Carla: è proprio così come dite, inizia e finisce così. Loredana: sì di bisogno si tratta, e di mettersi a nudo, con le proprie contraddizioni e con tutti i limiti della nostra condizione, i pensieri e le sensazioni che si rincorrono, si accavallano e certe volte si fanno la guerra anche in uno stesso istante.
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Cristina Bizzarri
- 25/03/2014 19:42:00
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Ieri a un certo punto il mio cellulare Samsung S II - lo vivo ancora dopo due anni come una magia! - si è bloccato, non si accendeva più. Chissà forse le vostre parole lhanno mandato in ... sindrome di Stendhal! No, scherzo ma non troppo. Sono talmente calorosi e belli. (ciao Red Rose, sto per leggerti, il libro di Franca è già qui nel mio "avatar") Mi dicono tanto di ognuno di voi, di NOI, e mi danno gioia, la gioia di cui parla Lorenzo. Un mio carissimo amico che è stato mio alunno ed ora è il mio vicepreside (cè anche la vicepreside,brava e gentile, ma "lui" per me è unico), che ogni tanto allunga lindice e tocca con la sua la punta del mio indice - anche sul più bello di un consiglio di classe - e mi dice: NOI SIAMO, e poi ride. Così mi sento spesso con voi. Indice-indice. E mi sento particella e onda, e soprattutto serena. Grazie. A voi. A NOI.
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Loredana Savelli
- 25/03/2014 11:31:00
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Questo è il Credo dellanima onesta. Di chi si offre nudo con la sua povertà/bisogno. Ciao, grazie.
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amina
- 25/03/2014 11:08:00
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Oh Lorenzo e cara Franca avete ragione mi smarrisco quando incontro le poesie di Cristina... e vorrei rimanere lì dentro, credo.
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Lorenzo
- 25/03/2014 09:11:00
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Credo, giusto per rimanere in tema col titolo, credo fermamente che la questione si possa risolvere solo parlando di gioia. Del dolore sono profondamente innamorati quasi tutti gli esseri umani, nel dolore si costruisce la personalità, lego, o come lo volete chiamare, nel dolore lo si difende. Non cè proprio soluzione a parlare di amore, non esiste parola più ambigua. Gioia, gioia, gioia ! !
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Carla de Falco
- 25/03/2014 08:37:00
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Credo che mi è piaciuta assai questa tua, che dallamore parte e ci ricorda che allAmore tutto si riconduce. Tua, Red Rose (ex)
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Lorenzo
- 25/03/2014 08:12:00
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Sì, ma quanta confusione sullamore, cara Franca, si può amare anche il dolore, e lì nasce tutta la tragedia degli esseri umani
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Franca Alaimo
- 25/03/2014 00:08:00
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Quanti commenti, bellissimi ma così complicati! Io preferisco partire dallultimo verso che dice: lamore è; infatti senza lamore nulla vivrebbe. E siccome la citazione da Giovanni è stata scelta volutamente, la risposta è già riposta in essa: chi ama è in Dio e Dio è in lui.
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Lorenzo
- 24/03/2014 10:55:00
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Amina, che trattato! Il bambino divino siamo noi, non cè altro, lì fuori, né dentro
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Adielle
- 23/03/2014 23:28:00
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Leggervi è una gioia e sono contento che la mia ignoranza non sia di una natura tale da impedirmi di riconoscere il miracolo della vostra compagnia anche se mi vieta di partecipare alle riflessioni e di commentare con la profondità che vorrei. Grazie alla padrona di casa e a tutti i suoi ospiti, un caro saluto.
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Cristina Bizzarri
- 23/03/2014 20:08:00
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Amina leggerti è una gioia! Grazie di questo commento così profondo, dove sembra apparire come tutto si tocchi. E la speranza è qualcosa di fisico, tangibile in questa energia che noi siamo. Lo rileggerò attentamente. Grazie ancora.
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amina narimi
- 23/03/2014 19:51:00
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unimpronta indistinguibile- eppure indecifrabile per noi che non ne abbiamo avuto conoscenza- quella dellamore preesistente, senza immagine, il concetto di Dio e dellamore, una Concezione che veglia su di noi e continua a irrorare segretamente le nostre vite nella ripetizione della nascita dellamore preesistente penso ai tre campi di cinabro che risaliamo, il travaglio nelle notti dellanima e al "terzo nascosto" di cui parlano i fisici, senza nominarlo, quel luogo dove il passato e il futuro sono confusi nel presente del "Io sono": la mistica ebraica insegna che il Niente si limita nella luce, la fisica quantistica del resto dice che la particella di luce non può essere colta se non attraverso due forme antinomiche- onda e corpuscolo- connesse con un "terzo nascosto" sconosciuto verrebbe da dire allora: che "soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai né donde venga né dove vada" ( Giovanni 3,8 ) e per di più quella che chiamiamo particella prende forma di onda solo quando non viene "guardata" e non appena cè osservazione riprende ad essere particella. Mistero Trinitario? il Terzo Nascosto Padre Figlio e Spirito Terzo incluso: particella e onda sono Uno nella luce del creato
il flusso del nostro "desiderare" scorre verso quellAmore-ritratto, una stella che non si vede- che sembra invitarci ad andare verso noi stessi fino a "ricordare" a ricordare che lamato non può esaurire il suo canto se non per dire: " Abbiamo una sorella piccola Non ha ancora seni" (Ivi 8,8) qyella sorella siamo Noi? destinati ad essere sposati con noi stessi amando laltro per costruire lunità dellessere che ancora maturo non è? sorrido leggendo che allo stadio della vita che ci appartiene lipofisi di ritmo lunare, che governa la vita genetica in ognuno di noi, si ritrae dalla scena indurendosi a poco a poco, per lasciare spazio allepifisi, di ritmo solare, ricca di melanina più nera del fondo dellocchio! Gli antichi la chiamavano " il sole nella testa" questa ghiandola della "spiritualizzazione" è qui che possiamo partorire, in questo momento del cammino, e cresce il bambino-divino, ebbri damore verso loriente del nostro essere... bevendo lacqua nellora sesta, quella del sesto giorno della Genesi, quella della samaritana, per intuire il 7, il settimo giorno del sabbat, buttandosi nel suo Vuoto, mutando
ecco mutando "met" in ebraico è morte ma anche verità e per la medicina cinese un cuore sottile, quello della morte che entra nella vita
così la morte non è morte per i cinesi e per lebreo è la verità che si definisce attraverso ciò cui si accede morendo a una dimensione per mutare in unaltra più sottile e non meno reale Mozart lo sapeva quando scriveva che la meta della vita è la morte e ringraziò Dio per avergli concesso di conoscerla come la chiave della nostra feliccità
se lamore è la sostanza stessa della creazione, se creare è amare quanto dolore per intravedere in questa mutazione la gioia! ogni giorno mi pare che siano trascorsi appena pochi attimi da che ho "mutato" i miei occhi a comprendere che mia madre si è solo "ritirata" nel sabbat presente in ciò che per i più è assenza un vento leggero damore, "in verità", un ago che ci fora le nostre vite per ricucirle insieme in una Grande Opera....
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Cristina Bizzarri
- 23/03/2014 19:29:00
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Hmmm... e io ieri mi sono impaciugata con i biscotti al burro e tre giorni fa ho fatto i limoncini ... ah! e oggi larrosto col vino e gli odori (vedi bœuf-mode di Françoise pour Monsieur le baron de Norpois) e ora mio marito sta celebrando con pesce (ancora non mi rivela cosa) al forno con patate e pomodorini ... Ma non ci sono quegli arricchiti dei Verdurin né i raffinati Guermantes. Solo io lui e Lilli. Tranquilli e poi TV. Scambio di ricette? :-)
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Lorenzo
- 23/03/2014 19:09:00
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Sì, sto realizzando una splendida pizza per gli amici, ovviamente lievitata in casa, e sto scrivendo con i polpastrelli infarinati. Ri-baci, evviva!
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Cristina Bizzarri
- 23/03/2014 18:46:00
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Bello Lorenzo! Mi sa che sei un realizzato! :-D
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Lorenzo
- 23/03/2014 18:33:00
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Walt Walt Walt, basta filosofi, parliamo di poesia e poeti, che sono ad un passo (che difficilmente compiono) dalla realizzazione, molto più dei ragionatori - giusto per dire un pensiero di Panikkar
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Lorenzo
- 23/03/2014 18:29:00
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È tutto il giorno, fino al temporale, che sto incontrando per strada persone impossibilitate, persino ad ascoltare una poesia, non ce la fanno. Sperano di avere del tempo da pensionati, che balle che si raccontano. Dico a tutti che la poesia siamo noi, e se non ci entriamo dentro manchiamo la vita. Credono negli Astratti, alcuni, ma se non li facciamo diventare concreti non serve a niente, è solo un rimandare lappuntamento, con noi stessi, innanzitutto. Una bella scusa, linganno più furbo della mente che mente. In questo senso i riti sono prese in giro, ulteriori rimandi, specchietti per lallodola che siamo diventati noi, gli irrealizzati. Volo ut sis deve valere per il presente, qui e ora, altrimenti ci rovesciamo addosso lolio bollente di un destino che si ribella. E anche questa cosa dellAmore rischia di essere solo lultima furbata, se non si trasforma in amore per se stessi, per quello che siamo, e quindi per gli altri, ma dopo essere diventato pienezza di vita e gioia. Evviva Walt, e chi lo mette in pratica! Chi? Boh... ho pure provato a parlarne, su questo sito, ma evidentemente o gli amici poeti hanno le idee troppo chiare o sono persi nella confusione totale
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Cristina Bizzarri
- 23/03/2014 18:14:00
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Nando, leggo ora il tuo commento. Mi trovi daccordo sulla mistica e sul fatto che teorizzare sia necessario per rendere il pensiero espresso ed exprimibile. A proposito della trinità, mi sembre che anche in altre religioni come linduismo questo concetto emerga - sat, cit, ananda esprimono lassoluto e la sua manifestzione. Sri Aurobindo, Krishnamurti, Ramana Maharshi, Paramahansa Yogananda ma anche il sacerdote filosofo indiano Raimon Panikkar, il sacerdote scienziato Téilhard de Chardin, la grande pensatrice cristiana ma non battezzata Simone Weil, Vito Mancuso, il sacerdote psicanalista Jean-Yves Leloup che ho amato tanto ... fanno parte delle mie ansiose appassionate e spezzettate scorribande. Sono una pasticciona che spulcia, lascia, ritorna, e più di tanto non trattiene. Mi sto dicendo che probabilmente non ho la pazienza, o la forza di volontà, o le capacità di andare oltre linformarmi. Forse, come dice Krishnamurti nel video che ho proposto oggi, dovrei semplicemente fermarmi. Ma non so fare nemmeno questo, così continuo nel mio percorso pieno di diramazioni e buche, dove spesso inciampo. Grazie del tuo commento Nando. È per me implicitamente un invito ad approfondire - senza avidità. E per me è difficile.
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Cristina Bizzarri
- 23/03/2014 17:48:00
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Lorenzo, tre commenti in una volta compreso upps, ne sono felice! Cioè ... come iniziano i discorsi "difficili" i ragazzi, credo (!) che gli Astratti siano un mezzo, non un fine. Questo abbiamo a disposizione, oltre la natura. Ma tu ben sai che la nostra è una natura anche linguistica, ormai virtuale, ecc. Allora quello che io sto riflettendo - su cui - è che non bisogna prendere la scala per il pero - o il ciliegio, fai tu. Però ce ne possiamo servire. Credo che meditare, andare in chiesa, pregare, camminare, respirare a fondo - fatto con consapevolezza (grazia?), siano modi diversi ma utili per sentirsi in pace, nei limiti della nostra condizione. Credo anche che Gesù non volesse fondare nessuna religione! Ma questo non vuol dire che chi con le sue parole, o almeno quelle che sembrerebbero autenticamente sue, ha ritenuto di costruirci una struttura, abbia fatto male. Anzi. I riti hanno una loro funzione terapeutica. Ok il discorso è lungo e si può prendere da molti lati, perché non farlo? Quello che mi sembra giusto, utile, bello, forse proprio doveroso fare, è interrogarsi. Io ne ho bisogno comunque, né credo che semplificare aiuti a capire. I nomi sono tanti, il linguaggio è un mondo complesso e a volte starci dentro è (almeno per me che sono confusionaria), faticoso. Allora, dopo aver fatto alcune manovre diversive e distraenti come bersi un caffè o altro, tornare con più serenità e meno ansia su paroloni come "vita", "morte", "dio", "senso" ecc. e tirare qualche filo della matassa (mi) fa sentire davvero umani (a). E chissà che per ognuno di noi non ci sia un percorso, e che questo percorso ci porti tutti nello stesso luogo. O in luoghi diversi, ma dove si vede più chiaro. Chissà. Io lo spero. E, confesso, a volte prego. Chi? Non so bene. Lo chiamano Dio.Per me è così inimmaginabile che supera ogni più ardito immaginare ... :-)
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Nando
- 23/03/2014 17:37:00
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E fuor di dubbio che la definizione di Giovanni è il fondamento, a mio avviso, di ogni possibile rivelazione di Dio, ché se non fosse Amore (ma qui il discorso si fa complesso poiché occorre recuperare limmagine trinitaria e le sue implicazione del Dio cristiano) sarebbe altrimenti incomprensibile. Sarei invece prudente su tutto il resto e non sceglierei ununica fonte, ad esempio i poeti (mi riferisco agli spunti che offrono gli interessanti commenti di Lorenzo), né troppo rigidi schemi interpretativi e rigettare tutto ciò che ha prodotto nei millenni il pensiero umano riflettendo sulla vita e sul mondo oppure quanto la letteratura mistica ci ha tramandato; ciò non esclude anche una revisione critica dei contenuti ma senza pregiudizievoli etichettature che ne scartino a priori gli elementi di autenticità esperienziale.
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Lorenzo
- 23/03/2014 16:53:00
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se stesso, upps
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Lorenzo
- 23/03/2014 16:52:00
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che poi, detto sussurrando, chi crede negli Astratti non crede in sé stesso, è il vecchio trucco per rimandare lincontro con il proprio destino, magari si legge Walt ma non lo si comprende per niente baci
alla riscossa, poeti!
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Lorenzo Mullon
- 23/03/2014 16:47:00
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Bella! Credo non negli Astratti, ma nella pienezza di vita
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