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Luce

Tutta vibrante in punti
dice di noi -
onde venute a ritornare.
E vorrei essere l'uccello
nell'istante eterno dove lo rispecchia,
sorvolato, il lago -
e scopre sé nel tutto
di un'ebbrezza.
A me è stato dato,
un giorno di assoluta luce,
di perdere i confini
in tutto,
senza più me stessa.
Tornavo,
con gli occhi stretti nella conca delle mani,
come un bambino che sfuggito
dal grembo della madre
nella corsa a perdifiato
piange -
non sa più dove finisce il prato -
dove comincia il cielo.

Ricordo dell'estate 2003 a Sanary-sur-Mer






 Franca Alaimo - 23/04/2014 18:41:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Il nucleo fiammante di questo testo è il ricordo reso con quella bella similitudine che affianca la poeta ad un bambino che si copre il volto con la coppa delle mani. Così più che la lode della luce e dell’estasi di un momento visitato dall’assoluto, il lettore è catturato dalla bellezza delle immagini, che lo riportano a ciò che di puro ed indicibile costituisce l’infanzia, al suo divino segreto di felicità anche nel pianto.

  Cristina Bizzarri - 22/04/2014 00:19:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Titti, Loredana, Domenico, Maria: grazie dei commenti!

 Maria Musik - 21/04/2014 22:04:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

"con gli occhi stretti nella conca delle mani"... che meraviglia!

 Domenico M. - 21/04/2014 20:47:00 [ leggi altri commenti di Domenico M. » ]

La saggezza credo non c’entri. Semmai la saggia crudeltà che esercitiamo su di noi spronandoci all’Impossibile. A volte è sofferenza atroce, a volte gioia, pure costellata d’inflessibili ragioni. Vado a rileggere, se ancora ci sono, le tue prime cose pubblicate sul sito e il mio primo commento. Mi sembra ieri e pure è come se fossero passati mille anni. Ma la tua poesia mi parla sempre, e le tue parole continuano a battermi ali di farfalla nello stomaco, carissima Cri. Sempre vera. Sempre commovente.

 Loredana Savelli - 21/04/2014 19:27:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"A me è stato dato,
un giorno di assoluta luce,
di perdere i confini
in tutto,
senza più me stessa".

Questa parte è commovente.
Ciao saggia

 Titti Ferrando - Alleluhia - - 21/04/2014 18:13:00 [ leggi altri commenti di Titti Ferrando - Alleluhia - » ]

Ma che bella Cristina! Un viaggio astrale trasformato in poesia. Un attimo o un secolo attraversato proiettando la propria coscienza oltre i confini del corpo. E ’ritrovato’ in questi bellissimi versi.
Ciao.

  Cristina Bizzarri - 21/04/2014 17:18:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Hai ragione Lorenzo: la paura, le buone creanze ... che vuol dire essere buoni? Forse solo allenarsi a comprendere, a non giudicare. Un allenamento quotidiano, una
jihad ( si scrive così boh) con noi stessi - una lotta con l’angelo per la gioia. Amina tu sei una "poetessensitiva" ... grazie!

 Lorenzo Mullon - 21/04/2014 16:56:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

che bella esperienza!

i poeti devono avere il coraggio dei mistici

l’altruismo dei mistici, cos’è? il mistico vede e dice, non è un santo della carità ma della visione e della trasformazione, e spesso sono violenti, perché non creduti, e provocatori, per lo stesso motivo, e perché devono scuotere gli addormentati

non so se il poeta o il mistico debbano essere buoni, lo devono? e con chi? cosa significa buono poi ... carino accondiscendente comodo

la paura la paura la paura

baci




 Amina Narimi - 21/04/2014 16:20:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

È bianca come una magnolia questa tua poesia, un volo di farfalla e quella luce intorno agli occhi tra le tue mani e i polsi il capo chino dentro possono essere trascorse ore così a respirare una vitachiara che inonda il volto ... nuotare come fai tu nella luce può solo chi " crede" nel vento che muove le onde tra chiarore e sgomento, là fuori dal recinto di cristallo e la pelle turbata dal non-sapere cos’è che ci sfiora nel tutto quando nasce una gioia diversa...

Un altro dono intimo, il Tuo, di bellezza

  Cristina Bizzarri - 21/04/2014 14:19:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Adielle, PoetaNando, che bei commenti, grazie. Ho cercato di dire in poesia un’esperienza che anni fa, mentre ero da sola in macchina lungo una strada che costeggiava il mare e aveva dall’altra parte il fianco di una collina, mi ha scossa, spaventata e folgorata per così dire. Sono stati secondi, forse un minuto non saprei dire. Era una giornata limpida di agosto, stavo andando a visitare un ristorante sul mare per sapere se prendevano dei ragazzi in stage. Ero nervosa, avevo litigato con mio marito che così n era venuto con me. Ero triste. Ma il paesaggio era magnifico. All’improvviso davanti a me il vetro dell’automobile, la struttura metallica intorno, non c’erano più. Ho avuto la sensazione di essere all’esterno degli gli occhi. E non ero più al di qua - si fa per dire - ma oltre me, oltre gli occhi. E non c’era più un confine tra me e tutto quello che mi circondava. Mi sono spaventata, ho accostato lungo la strada e mi sono presa il viso fra le mani. Così sono "rientrata". Fenomeno cerebrale, elettrico? Scherzi che fanno i nervi, lo stress? So solo che è un’esperienza per me indimenticabile, ci penso ogni tanto e penso che forse ho avuto un assaggio di quello che i mistici chiamano unione col Tutto. Solo che io non possiedo la spiritualità, l’altruismo e il coraggio di un mistico, quindi mi sono limitata ad avere paura! Forse il paragone è presuntuoso, ma l’ho pensato. E ho desiderato raccontarvelo qui, dato che non l’avevo mai fatto prima!




 Nando - 21/04/2014 13:40:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Inseguiamo l’infinito
riflesso nei respiri
e solo a volte ci accorgiamo
che l’infinito ci respira
già alle nostre spalle
inseguendoci come un sogno
che diventerà reale
davanti ai nostri occhi.

Ciao Prof.

 Adielle - 21/04/2014 13:21:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

I giorni in cui luce irradia ad altissima definizione la vista sul palato, una curva che non chiude su se stessa, non il girotondo del prato del lago sognato dall’alto, si sospende il giudizio tra cielo e terra, la madre la figlia, languore di una corsa a staccare, percezione del vuoto e solitudine sciolta in pianto su un fianco cui aggrapparsi per ricordare. Ciao Cristina.

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