La signora, distratta, esce di casa con una lunga di scia di sé - di se della mattina e della sera prima. Non sa mai subito chi è, ha un buco nella borsa, una rete nella mente - un ex voto e una paura a ogni passo, se cammina. E andando un po' ritorna - tornando saluta la bambina che l'aspetta ogni volta che si vede da lontano, quando lascia sorridente la mano della mamma e del papà - più indietro, ma vicino. Ritorna e sulla porta si volta sulla strada vuota dove l'asfalto è una lunga scia di sé, di tutti i se tracciati da una mina fino al punto davanti alla signora, indietro la bambina. Dov'è tutto il percorso - la meta avvistata, l'intero del cammino? Lo ignora, s'ignora la signora. Sorride, la bambina.
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Cristina Bizzarri
- 10/06/2014 08:55:00
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Amina, i tuoi commenti sono della a-mine che ripercorrono insieme a me, ognivolta, la mia piccola storia. Disegnano alberi, e questi alberi hanno al posto dei rami delle lunghe braccia che mi abbracciano, mi sospingono senza darlo a vedere ... :-)
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Amina Narimi
- 09/06/2014 22:39:00
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Oh Cristina! senza alcun genere scrivo "ti amo" nel movimento nella musica della Tuapoesia all’unisono coi passi della mina e il viso sulla vita all’interno della tua officina, le parole che ci doni nitide sono la magia di cercare e del cercarsi a piedi scalzi a matita, con gentilezza verso te, un sospiro si fa eco di tutta quella strada che si chiude per ricominciare nel sorriso
ti abbraccio
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Cristina Bizzarri
- 09/06/2014 12:44:00
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Sì carissima Loredana, proprio come dici tu. Un grazie a tutti per i commenti che sempre aggiungono senso.
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Loredana Savelli
- 09/06/2014 11:00:00
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Le diverse parti del sé: la bambina, la signora, la "s’ignora". Un rincorrersi continuo, tra rassicurazioni, paure, spaesamenti di una personalità caleidoscopica. Uno schizzo a matita, da non aggiungere altro, nessun colore, nessun fissativo, ché se ne altererebbe la verità. Ciao Cri
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L’Arbalète
- 08/06/2014 20:57:00
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brava, veramente bravissima, gran dono di sé della poesia alla poesia, questo è, questo sei, Cristina
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Paolo Melandri
- 08/06/2014 20:26:00
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Molto bello questa "signora" che "s’ignora" (carmelobeniano) e la vita bambina; la vita pàrvola, aldilà delle nevi e della lunga lingua della strada. Un autoritratto a matita finisce per essere un appunto per l’autobiografia poetica: poesia e verità. Forse hai ombreggiato con un po’ di pastello cremisi. Amo molto, di questo componimento, l’agile allusività e l’eleganza distratta, come di una tanàgra alessandrina. Grazie e Vale. P.
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Sara C.
- 08/06/2014 20:12:00
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musicalissima e vagamente maliziosa, molto apprezzata :)
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Cristiana Fischer
- 08/06/2014 15:19:00
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deliziosa!
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Lorenzo Mullon
- 08/06/2014 14:03:00
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uhh . dal buco nella borsa è apparso un coniglio, seguiamolo
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Adielle
- 08/06/2014 13:42:00
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Uno spiazzare che conturba, non come quelle rotonde ovali che fanno girare la testa se le prendi veloci e devi cambiare le mani sullo sterzo per chiudere la curva, eppure di ciclicità ellittica. Ciao Cristina, cari saluti.
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mareaperto
- 08/06/2014 12:58:00
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Sembra un ditirambo italico, una giostra sorniona. Avverto lo stesso sapore di una angostura balsamica; in questo modo succede che mi imbizzarrisca con grande piacere.
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francesco
- 08/06/2014 11:00:00
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Bella poesia in cui frammenti il se’ percepiso anche io le tue impressioni. Poesia rivelatrice per me
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