Scrivi un commento
al testo di cristina bizzarri
Ragazzi succhiavano il sole
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Fosse, l'andare, stormire limpido di fiori gialli - ragazzi succhiavano il sole lustrali e iridescenti ma gocciano lievi i morti, la sera, nei dolci pistilli del sangue il fiato che ne aspergi forse è il tuo - o forse d'altri mentre la luna sbieca lo sguardo in alto - oltre le cose sommesse e inutili del mondo.
|
cristina bizzarri
- 29/03/2019 13:33:00
[ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]
Gil, sempre mi stupiscono i tuoi commenti che sanno infondere una vita e unessenza più profonda alle mie righe! Grazie.
|
Gil
- 29/03/2019 07:36:00
[ leggi altri commenti di Gil » ]
La costruzione elegante del verso, il lessico ricercato, quella apparente luminosità, rinforzata dallimmagine in foto, velano per darne invero maggiore risalto, quel gocciolare lieve dei morti, però non come una feralità dellanima, ma come segno del suo stupore di fronte al Mistero che ci inabita, che discolora del mondo non la sua bellezza, ma la sua "inutilità" rispetto alla domanda fondamentale posta ci dal nostro esistere; la chiusa, di tutto ciò, ne è immagine perfettamente poetica e poeticamente riuscita (così come tutto il testo).
|
|
|