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al testo di Davide Stocovaz
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Da quando ho ricordo, vivo piegato sulle giornate, come fiore appassito che il fertilizzante chiamato Amore non ha saputo curare, ma solo abbattere, e piegare ancora di più.
Da quando ho ricordo, vivo in apnea un giorno dopo l'altro, come pesce senza stagno, perché Lei che ho sempre anelato mai è passata di qui a darmi sensazioni fresche, di pioggia primaverile. Per me ci sono solamente tempeste, forti e impetuose, difficili da superare.
Da quando ho ricordo, sono accompagnato da un terribile e inquietante Sole Nero, che lancia i suoi dardi avvelenati fin dentro al mio cuore. L'anima, tutta, si agita e non trova pace. Attorno a me, tutto invecchia, muore e tace. Tacciono in me sentimenti che non possono germogliare e crescere, perché sarebbero curati da una sola mano. E questo dannato Sole Nero continua a lanciarmi i suoi dardi, che penetrano nel midollo come macchie di inchiostro. Stringono il cuore in una morsa di ferro e di gelo perché colei che anelo forse nemmeno esiste.
E pesante, privo di senso, risulta il quotidiano vivere, ammesso che un senso ce l'abbia veramente. E la mancanza di lei, pesa nel cuore e nella mente. Uscirne fuori mi sembra impossibile.
E intanto, il dannato Sole Nero troneggia sulla mia persona e la martoria con i suoi dardi, senza sosta. Allora, ogni giorno, attendo il calare della notte, possa ella portarmi effettivamente consiglio e ridarmi forza ed energia per riaffrontare quel dannato Sole Nero, che ogni giorno si ripresenta. E intanto, sotto i suoi colpi e la sua arsura, avanzo, arranco, diretto verso il mio destino, senza speranza né pretesa alcuna, diretto verso l'eterno oblio. |
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