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al testo di Michele Passalacqua
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Per Alessandro Catà Il mago punta i suoi legni stregati, invaso dagli occhi alla Colchide. Segni felici, foschi di vele-miniere, febbrile d’Orfeo ai lùgubri di neve. Nella torretta c’è un sorriso-Barbablù, re inverno con le croci e la testa tizzone. Fossili, stele, miniature vanno in porto e lottano con Lele, il piccolo che stringe il tempo! Accendiamo la candela dei nostri e beviamo. (Porto S. Giorgio, Giugno 1986) |
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