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al testo di Gil
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Non sono sopravvissuto al mio sgomento né allo sguardo di bambino che ha segnato di sangue e di paura i giorni di un tempo destinato a gioia. Ho giocato tra le ombre di morte che gravavano i respiri, ho fantasticato giochi rovistando tempo tra la degradazione dell'uomo ad animale. Un labile confine divise gli uni dagli altri: le vittime dai carnefici; uniformi diverse annientarono per sempre un'originaria similitudine, violentarono e uccisero corpi e dignità, fummo ancora una volta eredi di Caino e Abele. Se fossi sopravvissuto, anch'io vi avrei consegnata la Memoria, come per Hiroshima, come per Nagasaki; ma non dimenticatela: essa precede i passi del vostro futuro. |
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