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Ci separerá la naturale cesura,
come un tempo ci disgiunse la luce.

Tra la polvere dei mille silenzi
incontreremo parole di pietra,
quelle che a margine d'un nome
diranno soltanto d'un tempo vissuto
oramai passato a memoria

e diranno d'uno sguardo perduto
al tocco pietoso di una mano
filiale o materna rimasta nel pianto
ai piedi del mistero e del dolore
che porta con sé nel suo apparire.




 Klara Rubino - 03/08/2019 14:20:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Se me la riscrivi- senza bile, figurati se più d’una!:-)

 Klara Rubino - 03/08/2019 13:59:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Buongiorno Gil!
Condivido in pieno quest’attitudine della Saxton nei confronti della poesia o dell’arte in genere!
È quello che cerco di fare rompendo le palle in giro qui,in questa virtuale comunità poetica!
La comunità n.1 ( altro da circoscrizione n.1)
dove ognuno mi ostino a sperare possa mettere in comunione il proprio bene più prezioso, l’anima!
Ti ricordi questa mia?




Desiderata Poesia
(acrostico)di Klara Rubino

 

Donna polposa e impavida

Eterea è parola troppo artificiosa,

Santa non sei di certo, sì salvifica,

Inutili continui vuoti giri di corvacci

Disordinano forse i capelli, non gli intenti.

Eri naturale, un parlar cantando…

Ritorna! Come fanno i pettirossi

Avvisiamoci l’un l’altro dell’ira dell’acqua

Tamburellandoci un rifugio a scaldarci vicini,

Alla ricerca di vermetti proteici.

 

Pozzo che erompi! Le articolate vene, 

Oltre gli aguzzi elogi posti a difesa

Elementare, sul muretto dell’ Ego d’Autore,

Scivolano, acqua che sgretola calce vecchia;

Intimamente evadono, intonando un’ arietta,

Aperta e fresca, così... da poter spaziare! 

 

P.S. secondo me deve maturare l’altra mia poesia, magari un innesto, un travaso potrebbe aiutare.
C’è un concetto sotteso, forse non del tutto chiaro: l’annullamento del tempo e quindi dei ruoli in virtù dell’espansione dell’intensità dell’essere; intensità che equivale a durata, fino ad una possibile/ impossibile idea di eternità.
Se me la riscrivibili allora la pubblico!

 Gil - 02/08/2019 12:41:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Klarissima, sei davvero un dono per la Poesia!
orrei dirti tante cose, ma mi limito ora a quelle che avverto più "urgenti".
Leggevo proprio ieri, che la Sexton riscriveva anche fino a venti volte una sua poesia, che poi sottoponeva al giudizio dei suoi amici poeti, con qualcuno anche si leggevano a vicenda i propri testi e reciprocamente si correggevano o suggerivano critiche e commenti (ora non ricordo di preciso le parole, però più o meno il concetto è questo: un continuo confronto della propria arte); quindi sono onorato della tua riscrittura, anche perché un poco mi dà l’illusione di essere un minimo sulla soglia della "casa" dove abitano i poeti.

La tua poesia è bella e merita la pubblicazione; se non lo farai tu, la proporrò io come testo di altro autore.

Un abbraccio grato

 Klara Rubino - 01/08/2019 11:36:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Caro Gil che onore ricevere queste tue parole!
Ed anche le parole della poesia, che emergono tutte dal tuo vissuto, dalle tue intuizioni, dai tuoi sentimenti ed emozioni.

Fossi stata io capace di tirare fuori un simile componimento, ho pensato al momento di riscriverla cercando di sintonizzarmi con l’autore, ne sarei stata dapprima stravolta, poi raggiunta una prima versione, come una sorta di approdo, mi sarei sentita sollevata, al punto da voler condividere il turbinio di emozioni dal quale sarei riuscita ad emergere.

Questo almeno è quello che capita a me, quando vado particolarmente a fondo con la poesia, negli abissi col tridente di Nettuno, per sciogliere i nodi dolenti dell’anima

Queste poesie, non sono mai definitive, come figli, figlie del dolore, nascono crescono e si trasformano, poi maturano e insegnano.
Come i bambini sono spericolati o gli adolescenti spavaldi, per nascondere fragilità, possono mostrarsi arricchite di aggettivi e avverbi, ragionamenti e sfumature d’enfasi, per lo stesso motivo ed è naturale.

E’ solo per questo che una persona esterna, può pulirla più facilmente, più rapidamente, ma più superficialmente o freddamente di come farebbe l’autore originale, maturando negli anni sia il dolore che quella poesia.

Tu pensa che in questi giorni ho scritto una poesia sul tuo stesso argomento, ma si nota un abisso, un abisso di vissuto!
Non l’ho neanche pubblicata, perché eccessivamente semplice forse come poesia, anche se quello che vuole comunicare è proprio la semplicità.
La felicità chiede semplicità, al punto che non puoi dirti veramente felice fino a quando non sei felice di respirare.
Questo potrebbe essere lo spazio giusto per condividerla.

Una bambina degli ottanta
mano nella mano correva
con una bimba dei cinquanta

L’una indossava una camicia
macchiata, l’altra un abito in raso.
A lungo si fissarono il viso.

Felici d’essere
amiche per sempre
riconoscendosi
madre e figlia e
quello il Paradiso.

 Gil - 31/07/2019 22:34:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Klarissima, è un vero onore per me leggermi riscritto da te; e resto poi ammirato dalla tua evoluzione di poeta, di come mi sembra, per quel poco che ne possa capire io, tu sia cresciuta in consapevolezza di stile e di forma, di come sia diventato pulito il tuo verso, mentre il mio risente di un sovraccarico di parole irrisolto e forse irrisolvibile. Metterò ancora a confronto le due versioni, non certo per una gara che non c’è, che tu vinceresti senza alcun dubbio, ma per imparare io qualcosa di più sul fare poesia e sul mio modo di scrivere.

Ti abbraccio e ti ringrazio ancora

 Klara Rubino - 31/07/2019 16:31:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Caro Gil, una poesia intensissima la tua.
Con il cuore aperto, sapendo che anche tu sempre l’hai aperto verso gli altri, ti propongo questa visione della poesia:



Ci separerá la natura, la cesura
come un tempo ci disgiunse la luce.

Tra la polvere dei silenzi
appariranno, di pietra, parole

quelle che a margine d’un nome
diranno d’un tempo vissuto

e diranno d’uno sguardo perduto
e del tocco pietoso di una mano

rimasta
ai piedi del mistero

ai piedi del dolore
che porta con sé.

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