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al testo di Gil
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Salivamo le nostre incertezze piccoli pendii a ridosso di sponde fluviali equazioni a due incongnite, polisemie per sentito dire - le sale d'attesa sono le docenti delle piazze, le insegnanti d'un populismo delle idee -. A ciò si aggiunse la scoperta dei risvolti nella testa, segreti accumuli di pensieri - sentimmo dire di un certo freud, se ne interessò il marco che però si arrese immobile con il culo di pioggia sulle stecche della stessa panchina dove si adagiò a morire una donna priva della grazia delle ceneri. Ora ci siamo legati agli orologi ai polsi e misuriamo con ansia le ore mancanti, ignari di quanto ci disse in segreto samuel a proposito delle forme inavvenienti e risolviamo il dubbio sul sesso degli angeli con la carnalità dei nostri corpi congiunti quando il letto apre i suoi rami e s'infoglia per un nido transitorio agli appetenti o un angolo di strada versa dentro il buio i riflessi di due lune in quattro gambe. |
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