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al testo di Gil
Maddalena
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Maddalena, prostituta di Dio vieni, ché questa è l'ora della grazia. Farò di te un'altra madre, pura, perché appartiene a Dio ogni verginità e dentro il calice non c'è memoria che rabbui la tersità del giorno. Ora vieni e sazia la sete d'Assoluto che macera l'anima nella carne. Così ti parla il Cristo, Maddalena; innocente, il fiume che ti attraversa
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Gil
- 27/08/2020 10:46:00
[ leggi altri commenti di Gil » ]
Grazie, Laura; grazie, Francesca.
@Francesca: Complesso ora sarebbe affrontare come vorrei i temi che implicitanebte ed esplicitamente propone il tuo commento, né tendenzialmente amo spiegare le mie "poesie", nemmeno difenderle, poiché le poesie in genere, quindi tutte le poesie e non solo le mie parole, non sono tesi di saperi disciplinari o accademici, ma rientrano in un ambito soggettivo, soggettivo anche il rapporto con la lingua, adoperata in un modo diverso da quello ordinario, ancorché non vi siano estranee né la filosofia, né la sociologia ovvero un pensiero riflessivo, ragionato; inoltre, credo che ogni poesia sia destinata ad abbandonare il suo autore e vivere autonomamente nello sguardo di ogni lettore, per cui ogni lettura, purché non si allontani troppo dai testi, ritengo sia legittima. Ciò che invece sento di poter difendere è lintenzione consapevole con cui posso interpretare questi versi: né sguardo morale, non alto non basso; né retorica; né sociologia di un drammatico fenomeno quale è il mercimonio dun corpo.
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francesca espositi
- 26/08/2020 23:49:00
[ leggi altri commenti di francesca espositi » ]
perché pensi che le prostitute abbiano bisogno della grazia divina? Forse sarebbe meglio liberarle da coloro che le sfruttano. Cè nel tuo scritto uno sguardo dallalto in basso pieno di pietà e di retorica che non ha nulla a che vedere con la condizione di chi oggi si prostituisce. Mi chiedo anche da quale fantasia viene fuori un epiteto come "prostituta di dio". E che centra il calice?
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Laura Turra
- 26/08/2020 07:48:00
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“...appartiene a Dio ogni verginità / e dentro il calice non cè memoria / che rabbui la tersità del giorno...” Questo è il cuore di questa poesia, non solo dal punto di vista della collocazione dei versi, ma proprio nel suo svelarne il senso profondo e teologico. L’uso dell’espressione “prostituta di Dio” che potrebbe apparire quasi sconveniente, dice invece quanto la nostra umana fragilità celi il bisogno d’amore e di un Amore più alto. Un testo potente e d’impatto. Ti abbraccio, Gil!
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