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al testo di Gil
Sospeso
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Hai sospeso il tuo sguardo sul mio dirsi palle di Natale orfane d'un abete. Quali sotterfugi di finzione chiedi alla mia liturgia profana? Non ho riti da proporti se non questo quotidiano di respiri.
Oramai siamo giunti a quell'età dove l'ultima erezione viene concessa alle notifiche nel pieno della notte - visione di Freud munito di taccuino - una seconda ondata di onirici disegni da leggere nei risvegli improvvisi del destino come oracoli divinatori di oroscopi sempre male interpretati o falsi simboli che mascherano i fantasmi dell'inconscio per evitare delazioni della coscienza - la morale ha i suoi agenti nel controspionaggio della mente -.
Siamo diventati vecchi, vecchi d'un'età senza più appelli e i muri di silenzi non la difendono dalla propria fragilità; la nostra è un'età debole: fragile il dolore più non inganna con le sue disillusioni.
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Gil
- 23/11/2020 08:18:00
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Una lettura colta, per me che navigo nei mari dellignoranza, è unulteriorità preziosa che svela loro delle parole ovvero dei linguaggi, segni che segnano ed insegnano la vita.
Grazie, Elisa, onorato.
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Elisa Mazzieri
- 21/11/2020 01:27:00
[ leggi altri commenti di Elisa Mazzieri » ]
Notevole snodarsi del simbolo nel simbolo; come un risveglio nel sogno di Junghiana memoria - per restare in tema. Il passaggio si svela "quasi indolore", parafrasando..., e senza concessione. Intensa.
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