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al testo di Gil
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Mi passerai accanto, passerai con le mani giunte raccolte in grembo, dentro gli occhi un bisbiglio commosso, tra le labbra il sapore del pianto.
Fisserai il mio volto già freddo, un marmo su cui vi sarà impressa l'orma della memoria, la smorfia del tempo, la pietra, quella che incide coi segni il tremore del sangue.
Mi chiamerai ancora, mi chiamerai nel vuoto, mi chiamerai per nome nella stanza troppo adorna di fiori per celebrare finalmente il silenzio.
E mi chiamerai ancora per non dimenticare un nome, per non dimenticare un volto, per non dimenticare una storia.
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