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al testo di Gil
Paula
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Ho avuto anch'io i miei quindici anni e un elettroncefalogramna ancora nella norma malgrado la mia vita scrivesse righe storte e la mente ogni giorno partorisse gli stessi o nuovi fantasmi.
Non chiedermi perché ho camminato nella vita come avessi una direzione, non ho mai davvero abitato me stesso ma solo perché ne ignoravo il perimetro e tuttora non ne conosco i confini ma certo l'arsura che mi brucia in gola e annaspo nel buio di ogni senso semmai uno ve ne fosse a questo strazio eppure faccio del mio pensarti una terra un riparo a questo esilio che mi allontana da te. Fatti carne, fatti pioggia, alluvionami con ogni senso purché tu mi stordisca o io non sappia più a quale catena è legata la mia morte. Se al tuo nome affianco il tuo ti amo la mia sconfitta mi apparirà più lieve e potrò sopportare il muto tacere di questi miei giorni.
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Gil
- 11/10/2022 13:51:00
[ leggi altri commenti di Gil » ]
Grazie, Laura, un forte abbraccio.
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Laura Turra
- 29/09/2022 10:22:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
"...faccio del mio pensarti una terra / un riparo a questo esilio..." eppure poi si legge: "Fatti carne, fatti pioggia, alluvionami con ogni senso..."
Sì, perché, talvolta il pensare, limmaginare, è già un approdo al desiderio, ma è soltanto nella carne, nel tangibile, che lamore trova il suo senso più completo. LAmore è diventato carne perché noi potessimo comprenderlo, conoscerlo.
Perdona, Gil, questa mia interpretazione che forse non va nel senso della tua poesia, ma a questo mi ha portato la lettura dei tuoi versi.
Un abbraccio sempre caro
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