Scrivi un commento
al testo di Lorena Turri
Asefru
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
ASEFRU
Come in Italia Petrarca ha legato il suo nome al sonetto e Dante alla terzIna, in Cabilia (Algeria) Si Mohand (1848-1905) si è sempre identificato nell’asefru (pl. isefra), la sola forma compositiva impiegata in tutte le sue poesie. Si tratta di un breve componimento dal metro piuttosto semplice ma particolarmente efficace: tre terzine di 7, 5 e 7 sillabe con i primi due versi a rima baciata (identica in tutta la poesia) e i terzi rimati tutti tra loro, secondo lo schema: aab aab aab (sillabe: 7-5-7 7-5-7 7-5-7).
Non potevo non provarci. Il componimento appare semplice ma le rime imposte sono molto castranti.
(ASEFRU) NOTTURNO
Adagio il mio respiro in un sospiro che affonda nei precordi
mentre chiude il suo giro il giorno. Miro della notte gli accordi
stellari e lo zaffiro lucente. Viro le tristezze in ricordi.
Lorena Turri
|
Arcangelo Galante
- 10/11/2017 16:43:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Visione romantica dellanimo del poeta, che si perde nellinfinito silenzio di un notturno ascolto. Il modo in cui viene descritto, tale sentimento provato, paragonato alla notte, fa capire quanto sia anelato, rispetto ad ogni altro genere di sensazione. I desideri, il vero respiro vitale, non sono nella vita diurna, ma in quel subconscio, che si risveglia con un palpitante sussurro del cuore, incessantemente immerso nellatmosfera peculiare nella quale si medita. Unintima percezione, quella descritta nella lirica, la quale si condivide unicamente con se stessi, cui altri non hanno accesso, poiché è un mondo che si rivela solamente con la luce di un cuore in balia di concitati pensieri. Il titolo ricorda un invito al lettore, come ottimo accompagnamento di tali emozioni manifestate, che paiono essere incantate. Un esperimento, egregiamente ben riuscito, per ciò che può valere l’opinione mia. Un fiorito saluto!
|
Klara Rubino
- 10/11/2017 15:11:00
[ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]
Grazie Lorena per lattenzione e lesaustiva risposta. Nella mia proposta cè risonanza tra il respiro del poeta e quello del cielo, tanto che i sostantivi si invertono: il respiro delluomo è il respiro del cielo ( alto Zefiro); quello del cielo è "sospiri". Lo Zaffiro è una brillante pietra blu, quindi già, secondo me, metafora del cielo notturno. Ciò non toglie che la poesia e la maestria siano le tue....tanto di cappello, come si suol dire!
|
Lorena Turri
- 10/11/2017 12:06:00
[ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]
Carissima Klara, grazie per lattenzione. Il titolo dellasefru è Notturno, come ho scritto nel testo. Non lho messo in evidenza nella titolazione perché è una poesia forse più interessante formalmente che contenutisticamente, essendo un esperimento. Riguardo al significato, ho inteso dire questo:
Si è concluso il giorno, è notte. Il poeta guarda il cielo stellato (metafora di infinito) e adagia ( rallenta e distende) il respiro (probabilmente affannato per le "tristezze" giornaliere) in un sospiro che affonda nei precordi (cuore e organi vicini che gli antichi consideravano sede degli affetti e dei sentimenti). Da ciò ricava un benessere che lo porta a tramutare le tristezze in ricordi (quasi una sorta di archiviazione).
Ben vengano i suggerimenti, ma in questo caso la tua versione non mi pare renda lo stesso significato. "Alto Zeffiro" non riesco a collegarlo col verbo "adagio" (il poeta sta proprio cambiando la sua respirazione con un sospiro)e così quei "sospiri" dopo "accordi" perché il poeta sta guardando il cielo stellato.
|
Commento non visualizzabile perché l'utenza del commentatore è stata disabilitata o cancellata.
Klara Rubino
- 10/11/2017 10:12:00
[ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]
Il tuo amore per la poesia, mi spinge a fare altrettanto: studiare ed approfondire con seria dedizione e quindi già per questo ti ringrazio. Spero che tu possa accettare i suggerimenti e le impressioni di qualcuno, come me, che è più ignorante e meno competente di te. E quindi mi faccio coraggio: La poesia è penalizzata dal titolo, ma non è una critica, dipende dalla pigrizia che spesso è padrona anche di noi poeti o aspiranti tali. Se vicino agiungessi ( Notturno), forse più utenti la leggerebbero. Già il primo verso lho letto e riletto più volte, tanto mi ammaliava, senza riuscire a procedere oltre, quindi, ottimo Incipit! Nella parte centrale si perde un po questa capacità ammaliatrice della poesia, forse perchè si avvorte la difficoltà degli incastri tecnici. Allora provando, tra me e me , a modificarla, avrei iniziato col sostituire "sospiro" che è un termine forse un po troppo prevedibile in quel contesto( da me stessa abusato) e lo avrei sostituito con "Zefiro"...da lì ho visto che ha iniziato a fluire in modo diverso:
Adagio il mio respiro alto Zefiro che affonda nei precordi
mentre chiude il suo giro il giorno. Miro della notte gli accordi
sospiri, e lo zaffiro lucente. Viro le tristezze in ricordi.
|
|
|