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al testo di Donatella Pezzino
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Dei tuoi quadri, più grandi delle pareti non mi sono chiesta la provenienza; d’altronde seguire il cadenzato di una posa o contare gli ombrelli
sarebbe come dare un colpo di phon a una mosca e pretendere che voli per colpa mia. Voglio invece di te
un ritratto virale: e dipingerti io come un gelone d’estate
o un apoplettico colpo di spugna, o il jolly dentro un mazzo di carte truccate. La morte è uno stato ipocondriaco, lo so: in virtù di che
tu galleggi in acque buone fra un silenzio che fa chiasso
e le ghirlande senza fiori |
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