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Maschere

Maschere e diplomazia...sottile differenza.

Io penso che uno degli atteggiamenti  più difficili  sia quello di vivere giorno per giorno assaporando il dono della vita, ed esperienze sempre diverse mostrando ogni emozione.

Saper dosare quello che può apparire è una forzatura.

La vera libertà è quella di non avere paura.

Se non abbiamo paura di mostrarci sensibili o spiazzati di fronte alla vita, allora proprio questa resa  ci apre agli altri.

È solo gettando le maschere che si trova aiuto e comprensione, perché non tutti sanno leggere in volti pietrificati.

 Elisa Falciori - 03/01/2018 10:30:00 [ leggi altri commenti di Elisa Falciori » ]

Leggo solo ora l’esaustivo commento alla mia riflessione, e ti ringrazio Arcangelo! Sono stata assente a lungo per svariati motivi, e forse lo sarò ancora, ma sono lieta di avere la tua approvazione! Un caro saluto e buona giornata.

 Arcangelo Galante - 03/01/2018 10:12:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Sinceramente, spiace che alcune interpretazioni ai testi siano poco considerate.
Cordialmente, saluto!


 Arcangelo Galante - 20/10/2017 15:43:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

La riflessione dell’autrice mi suggerisce la classica festa in maschera, come occasione dell’apparire per quello che, in realtà, non si è. Le considerazioni esposte, però, divengono ancora più significative, giacchè spingono a pensare sul continuo flusso delle tante persone, incrociate nel cammino nostro.Del resto, lo scenario della vita si presta ad un palcoscenico in cui le maschere sono sempre presenti, al di là di qualsiasi tipologia di festa e ricorrenza sociale, poichè, particolarmente oggi, viviamo in un’epoca di esasperata finzione emozionale, sentimentale, ricoperta da un carnevalesco apparire. E, chi possiede il coraggio di essere se stesso, aumenta il grande valore, insito nel sapersi distinguere dai molti, i quali, cadute le maschere indossate, ne presentano un’altra, forse, miserabilmente fatta di bronzo. Detto questo, tutti gli esser umani, comprensibilmente, indossano un altro “volto”, a volte, per non ferire gli altri, altre invece, per non fare scoprire la vulnerabilità e sensibilità proprie.
Senza biasimare nessuno, purtroppo, la società che costituisce il mondo, spesso, ed in peculiari circostanze, impostate sono, sulle immagini di un fuorviante apparire, in quanto, la libertà espressiva dell’essere interiore, accettata, non viene, a causa di limiti mentali, pregiudizi, incomprensioni, retaggi storici, e quant’altro. Ma è la chiusa a rivelare una legittima verità, poichè descrive il modo in cui inganniamo noi stessi e lo svelamento di ciò che abbiamo tenuto nascosto, ossia l’Anima: “È solo gettando le maschere che si trova aiuto e comprensione, perché non tutti sanno leggere in volti pietrificati”. A conclusione dello scritto che richiederebbe parecchi “appunti” da lasciare, occorre ricordarsi anche che, nel ballo mascherato, pochi volti, fatti di sincere emozioni, sono capaci di comprendere i suggerimenti donati, a loro stessi, dalla vita. Non saprei dire in quali occasioni la pubblicante ha deciso di esternare tali pensieri, e non ha bisogno dei miei complimenti; ma ugualmente scrivo, che le considerazioni lette, certamente, sono pure condivise, da chissà quanti lettori, i quali, forse pigri, sono, nel condividerle. Un romantico saluto!

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