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al testo di Elisa Mazzieri
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Quiete e un ventaglio di spigoli aperti — trafitti Ritorno passo scaleno in identico intermezzo tra l’arrivo e il segno: il mare denso di fiumi in braccia nere lontane orme di abisso e in mezzo il cielo spiegato in vela franca e scoperchiato in sogno.
E in mezzo io dritta scarnata e giunta in nuvola di carne e sangue asciutto salto di gatto oltre la gola e un cimitero uguale per scatole discrete
Guardo oltre la crepa il solco di altre case in altre sere ognuna un fuoco all’alba e un filo al giorno ognuna occhi e lingua e orecchie calme
Resto seduta in piedi in cima avvolta aperta accordo all’imperfetto questa voce e all’eco del rifugio offro la schiena che mi colpisca pure! |
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