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al testo di Elisa Mazzieri
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Ho smesso questa guerra mare fermo e zoppo richiuso come stagno l’ho smessa senza resa né ritiro
Seduta osservo la sfilata degli uguali a passo corto accelerano al punto da inciampare uno sull’altro e farsi monte confusa in pieno sogno il intravidi scambiai il mulino per la ruota e persi il pane non sapevo la dose fiacca della fame e me ne cibai — ma non fui sola e un giorno dopo l’altro vennero in molti
Qualcuno perse il senno un altro il turno i mei vestiti usati persero linfa e ignorando ancora l’urgenza del pudore ne suturai le maglie con la pece per rivestirmi in fretta ma troppo esile l’ordito e nuda e fredda m’inghiottì e si fece rete
Era silenzio! Cercandolo nel chiasso lo perdevo spaventato come me di lui si rifugiava la calca delle bocche strozzava l’aria spiccai lontana dalla folla e mi distesi
E sono resa senza vittoria né sconfitta i trattati di armi bianche ombre di rosso li vedo sfilare uno sull’altro curvati e sghembi dritta la strada e libera biancheggia mi alzo senza vanto e allineo il passo |
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