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al testo di Elisa Mazzieri
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Ci spargeste d’oro voi e ci uccideste voi pietrificaste il cobra rosso badando a non confondere l’Idea ci deste un’Ida stanca e sempre in lutto guardiana della fiamma eppure cieca che non poté distinguere la luce col capo appesantito dalla calce le ossa mezze rotte eppure viva se ad altri lei si dette o voi la deste poco importa con la bocca piena di cemento non si può mangiare uguale
Foste invidiosi della sua solitudine Soli — voi — non potevate essere perché terribile è la solitudine e magnifica
Con fibule serraste e ammutoliste il ritmo sanguinante della Terra per meglio aprirle il cuore a usufrutto che il suo piacere libero sia colpa ma se copriste il fiume di catrame che il cielo si oscurò perché stupisce?
Così sepolte mute e cieche ci rendeste ma la solitudine nostra non l’avevate perché terribile è la solitudine e onnipotente
Faceste fare il giro alla pienezza squarciando buccia e polpa con l’arpione che l’utile non sveli mai il diletto bella o saggia — meglio dismessa
Eppure vi scorgemmo nello specchio cercare con dovizia e sempre all’erta mai soddisfatti — nemmeno per vendetta.
Terribile è la solitudine e trasparente non ha sostanza alcuna e già le ha tutte risale dalla Terra che è Parola è minima compatta eppure è ovunque per questo ci provaste e per possesso ma ancora come sempre Lei ritorna l’antica Larva bianca che tempesta i vostri sogni grigi e castigati e più faceste buio col bitume più lei splendeva ovunque tutta piena
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