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al testo di Elisa Mazzieri
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Lustre le scale il terrazzo spazzato da resti di piante nutrite a grazia o capriccio del cielo
Scansato alla sera ogni sguardo che ammicchi allacciato — a lei o il suo corpo — predetti dolori da poco in gioie furtive già esplose di tedio all’inizio
La Donna aveva ancora da fare
Fingere un ordine nel caos che era suo per vocazione resistere al canto di libri e appunti fiutare tracce di altre aperture veli statici bozze incompiute — divise per possibilità di Lei
E alla tentazione dello strappo in squarci di altre tele o briciole richiuse a occhi vacui certezza del passaggio lo stesso oppure un altro
Invece aveva solo quel semplice da fare della preparazione —deflorato di fervore rituale lenzuola chiare spiegazzate pulite veste da notte bianca e lisa capelli freschi tagliati di netto e il rossetto acceso —la pelle disabituata alla luce
La notte muta in alba accompagnata da canti di guerra se ne va in tregua dal soffitto verde chiaro quadri di quiete sfumano in corse e cadute risate e ritorni accertarsi dell’altro — pietà a lei preclusa e del suo stare nel gioco
Poi la sua assenza. Notata giusto il tempo alla veste per scurire. L'avrebbero trovata così con una ferita indurita semichiusa al posto della parola ma aveva gli occhi svuotati di stupore la gola liberata e si sarebbero chiesti come nella decomposizione del resto la pelle fosse intatta
La Donna aveva un nome e un dolore —in fondo era solo una pausa dalle morti quotidiane
nota Iniziata come un racconto, la prima versione scritta è diversa da quella registrata e dalla successiva, che ho abbreviato. Il mio intento era dare un senso “altro” al ritrovamento del corpo. Pare proprio che non ci sia riuscita e che a volte le narrazioni si narrino da sé. In sostanza, questa è la quinta versione e mi sta bene quello che racconta. Dato che a questo punto, a me sembra di non esserne “proprietaria” e questo, mi sta anche meglio. Mia Madre, tuttavia, ha sempre pianto e mia Madre piange solo quando deve, ma, la storia di ogni donna è questa qui, per come la vedo io: giovane, anziana, sobria, puttana, allegra, ombrosa. La storia della Donna è sempre un rimpianto!
A mia Madre, che non mette il rossetto dice quello che c’è da dire con il tono adatto all’occasione e spero non pianga…stavolta
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