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Rossa di capelli

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Rossa di capelli

(poesia elegia o canzone)

 

Tra i fili stesi qualche volto indugia di più

una madre chiama nel cortile

la bambina guarda gli ospiti della signora

vanno via, ridono piano

 

Considera la donna il corteo scomposto

piume e lustrini varcano in schiamazzi

le ringhiere segnate della periferia

questa non è zona da scandali

eppure sa la figlia — rossa di capelli

che la piccola signora del cinema è morta

senza funerale né il suo vero nome

 

Qualcuno ha provato a svegliarla — dicono

ma il corpo era rigido e all’ingresso

una targhetta bianca dice che la casa

è una casa qualunque

da feste e divani soggetti e progetti

un capriccio da diva un quartiere di popolo

e facce da comparsa, ammirano i registi

rapiti dalle fontanelle ignorano

che donne e uomini hanno braccia indistinte

da lavandaia o muratore e tatuaggi sbiaditi, qui

fatti in ore di pioggia — inchiostro della penna

 

Fra i ricordi appesi scruta visi diseguali alle pareti

la giovane amante del produttore

stessa acconciatura gonfia corpi smagriti in nuvole d’effetto

bucano la patina gli occhi neri della rossa pronta a tutto

 

Lenti scure e abito chiaro chiama la sua

bimba il re della festa — lei resta

e un’altra giovane amante sparpaglia già capelli

dorati sul braccio appena vuoto dell’imperatore

 

Il vecchio preferisce le rosse

ma la prima è svanita

morta la seconda

e la bambina in cortile sarà donna

troppo tardi e pericolosa

 

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