E ti hanno insegnato a incassare e stancare l’avversario saltelli discreti e l’attimo adatto al tuo colpo letale Fra il pubblico splendevano sempre un paio d’occhi stizziti, addolorati o lucenti distratto, l’attimo svanito il tuo gancio formidabile ti allaccia alle corde scomparsi anche gli occhi labbra nebbiose incollate a altre labbra e risate Eri una scommessa di carne e nervi illusione di bestia senziente, che affronto! Sferri ora il tuo colpo mortale, corde sbarre o filari di pioggia e sangue non segnano più la distanza dei tuoi passi reietti dall’umana scacchiera
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Annalisa Scialpi
- 24/05/2023 16:37:00
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Mi piace tantissimo questo tuo personaggio, così come mi
affascina la boxe. Può sembrare crudele, ma se capisci che
il ring fa parte della vita, puoi prenderci gusto.
Sì, in fondo il lottatore è un reietto, ma solo fino a quando
’sferra il colpo decisivo’. Mi piace immaginare l’ammutolire della
folla sazia, il guizzo delle vene sulla carne sudata... Grazie
per questa bella evocazione d’immagini, degna di una guerriera.
Buon pomeriggio...
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Elisa Mazzieri
- 23/05/2023 08:54:00
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Grazie Francesco, sì, l’ "Idea" sarebbe stata quella. Forse c’è un "reietti" di troppo che confondo, ma intendevo usarlo alla lettera.
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Francesco Rossi
- 16/05/2023 18:43:00
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Dell’umana scacchiera gli elementi intrecciati nella chiusa, corde, sbarre, filari di pioggia o sangue dovrebbero annullare le distanze.
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