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Cristofalo

 

VI

 

 Da quanto tempo non la pensava a sua madre

anni e anni che non la sognava ora quasi che la vedeva

affacciata al balcone in dormiveglia la sentiva chiamare,

Cristofalo, ancora fuori a giocare!sali ch’è tardi presto

a te aspetto, ritirati ch’è tardi, scurò, sali.

 

 

 

 

 

 

X

 

Pure ti dico che avevi ragione abbiamo scherzato

siamo tutti fantasmi i vivi e i morti siamo gli stessi

andiamo e veniamo figli e figliastri dello stesso mare,

ora però mi sento una cosa nel petto Sciaverio

s’è aperta una grande vallata di felicità

sono arrivato all’appuntamento

grazie, Signore, grazie, sono qua.

 

 

XX

 

Meno male che la chiesa era sconsacrata

perché i becchini comunali bestemmiavano senza pietà

dato che per uscire questa minchia di salma dalla sagrestia

quattro ce ne volevano operai no due, a parte il feto i microbi

c’è posto meglio della chiesa con tutti i santi e le madonne

guardato a vista ci vuole culo pure per morire, compare,

guarda a questo s’è fatto trovare bello pronto, dritto impalato

vestito dalla testa ai piedi e con le braccia incrociate,

che vuole dire?che non vuole essere toccato questo cataplasima?

ava’, sbrighiamoci, alziamolo paro, compare, al mio tre via

sotto la balata con tutti gli altri, ché mi aspetta uno sticchione

con le cosce aperte, vai, quella femminona è buona e cara

ma non sente ragione

 

Nicola Lo Bianco

 

 

 brani sparsi da, Cristofalo, poemetto inedito 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Cristiana Fischer - 13/01/2013 17:10:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

tarda pure quanto occorre, Nicola Lo Bianco, aspetteremo

 Domenico Morana - 13/01/2013 15:01:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

Miii! Nicò, ora ti sei compromesso ...
Vabbè … allora facciamo così, io pubblico e te lo dedico un pezzo tradotto da “Muchacho de San Telmo” del Visconte di Lascano Tegui (ma cu minchia è?) e tu un altro “pizzuddicchiu” del tuo poemetto, che è na vera biddizza.
Grazie!

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