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al testo proposto da Luca Gamberini
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La nostra casa di fuffa è stata demolita da un colpo di dimenticanza, del tempo trascorso insieme senza conoscerci ricordo la solitudine delle mani intrecciate in una storia confusa. Una volta sconsacrati ci siamo negati il tempo per rimanere stretti nei corpi discinti, due paure incatenate a centomila sonetti, la nostra casa sempre più lontana, come le mani, e noi svenduti alla battisoffia, a guardarci crollare nell'abitudine del vizio. Poi scampati alla svolta, bruciati all'inverno. Ogni tanto sorridi se ti penso felice quanto il giallo di un fiore sbocciato dalle rovine. |
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