Ti ho sempre soltanto veduta, senza parlarti mai, nei tuoi istanti più belli. Ma ho l'anima ormai tanto tesa, schiantata dalla tua figura, che non trovo più pace al suo brivido atroce. E non posso parlarti, nemmeno avvicinarmi, ché cadrebbero tutti i miei sogni. Oh se tale è il tremore orribile che ho nell'anima questa notte, e non ti conoscerò mai, che cosa diverrebbe il mio povero cuore sotto l'urto del sangue, alla subliminità di te? Se ora mi par di morire, che vertigine folle, che palpiti moribondi, che urli di voluttà e di languore mi darebbe la tua realtà? Ma io non posso parlarti, e nemmeno avvicinarmi: nei tuoi istanti più belli ti ho sempre soltanto veduta, sempre soltanto sognata. 1927
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