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al testo di Luca Gamberini
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Ogni tanto vengo a trovarmi al cimitero, mi siedo accanto al mio domani e ascolto le voci di ieri, che adesso non c'è nessuno che parla, nessuno a piangere chi non è tornato a dire che per venire capiti bisogna rendersi incomprensibili. Mi guardo per ore, niente si muove al granello di terriccio incolto, vorrei restare così, arrampicato all'erba rigida di dicembre, erba che non si china al silenzio di vivi che paiono televisori al plasma trasfusi. Ogni tanto vengo a trovarmi al cimitero, mi siedo accanto al mio dolore che sono io, resto immobile per ore, come fossi uno stendino per biancheria sporca che asciuga il proprio sudore solo al buio, perché il mio sole è solo lacrime e di me non vive, ma mi pensa sempre, voce di ieri che adesso non c'è nessuno e me ne sono andato pure io che sono rimasto qui, solo.
Da: Enciclopedia del far niente (96 rue de-La-Fontaine Edizioni) |
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